Durante l’ultimo consiglio comunale si è discussa una interrogazione del gruppo Lega Salvini a proposito della questione dell finanziamento del PNRR richiesto dal Comune di Porto Recanati per la bonifica connessa alle situazioni di caporalato. Questione complessa e spinosa, come è stato sottolineato nella risposta, perché trattandosi ovviamente di situazioni sommerse, non è possibile fornire una mappatura precisa del fenomeno, anche a causa dei rapidi e frequenti spostamenti dei migranti eventualmente coinvolti.
Nel momento della stesura del progetto, di cui è principale gestore il Comune di Porto Recanati, ci sono stati delle interlucuzioni anche con i Sindaci dei Comuni che si affacciano sulla Valle del Potenza, in particolare Montelupone, Potenza Picena e Recanati, con l’intento di agire in modo sinergico e coordinato. Per quanto riguarda Recanati, a proposito del questionario in cui venivano richieste dall’ANCI precise e dettagliate informazioni sulla entità del fenomeno del caporalato il 4 gennaio dello scorso anno, è stato riportato in Consiglio quanto inviato per email a suo tempo, vale a dire che il Comune, in quanto tale, ”non ha le informazioni per rispondere adeguatamente a quanto richiesto nel questionario, né per indicare che il tema in oggetto non riguarda il proprio territorio” (opzione quest’ultima presente nel questionario stesso).
Sono state fornite invece informazioni per quanto attiene a due progetti di prevenzione e monitoraggio presenti sul territorio: Il progetto SAI Pomerium, attivo nel nostro Comune, che ospita a Recanati 18 beneficiari, tra cui una famiglia afgana in seguito alla crisi in quel paese, i quali vengono tra le altre cose informati sui loro diritti in ambito lavorativo e accompagnati sistematicamente nel percorso di ricerca del lavoro
Il progetto Migrant.net, che ha visto la Regione Marche come capofila e come partner anche il Comune di Recanati negli anni 2018-2020, con proroga per via della pandemia fino al 2022, mirato proprio alla prevenzione delle potenziali situazioni di contrattualizzazione illecita dei migranti. Sono stati illustrati alcuni dati: 2000 migranti coinvolti, 820 beneficiari presi in carico, 150 operatori pubblici e privati, tra cui alcuni imprenditori aziendali, 600 cittadini e cittadine di paesi terzi che beneficiano di interventi di politiche attive a seguito delle misure di supporto attivate nell’ambito del progetto. La documentazione è reperibile al link Progetto Migrant.net (regione.marche.it)
È stata infine espressa la preoccupazione che il cosiddetto Decreto Cutro, purtroppo, con l’abolizione della protezione speciale e i tagli importanti all’insegnamento dell’italiano ai migranti, farà crescere il fenomeno della clandestinità, perché il primo requisito per avere un contratto di lavoro in regola, ovviamente, è una minima padronanza della lingua italiana.
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2 commenti

  1. Chiedere denaro per contrastare il caporalato senza essere in grado di sapere se esista o meno? Indagini di polizia municipale no, vero? Devono sanzionare le auto dei tecnici e i furgoni dei fornitori delle quattro attività ancora presenti nel centro storico….

  2. Se il denaro servisse a integrare i migranti, cominciando dalla conoscenza della lingua e dalla organizzazione di corsi professionali seri e mirati sarebbero risorse ben spese. Una attenzione particolare dovrebbe essere riservata alla integrazione delle donne per le quali è più facile trovare rapidamente alloggio e lavoro da badanti. Vedremo.

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