Roberto Festa, medico di medicina generale,  è critico su come si è deciso di chiudere l’attività dei medici di base in ospedale.

Ascolta l’intervista

“Sono un medico di famiglia della AST di Macerata, che ha vinto la convenzione per la medicina generale nel marzo 2019 presso il distretto di Civitanova Marche. Ho 42 anni, una moglie, tre figli, e oltre alla laurea in medicina con 110 e lode e al diploma in medicina generale, ho anche la specializzazione universitaria in patologia clinica e alcune decine di pubblicazioni scientifiche.

Ho lavorato per circa un anno presso il sistema di residenzialità, il reparto delle cosiddette cure intermedie, dell’ospedale di comunità di Recanati: dal maggio 2019 al marzo 2020. Un bel giorno arriva una email del direttore di distretto che sospende l’attività dei medici di famiglia in ospedale “per un breve periodo a causa di un focolaio di covid” in ospedale. Poi non si è saputo più nulla, e noi medici di famiglia siamo rimasti chiusi fuori dalla porta senza aver neppure capito perché e per come, almeno per quanto mi riguarda.

Durante l’emergenza pandemica ho curato molte persone a casa, anche molto anziane o con malattie croniche. Con l’aiuto dei familiari, che in breve tempo diventano bravi quanto oss infermieri e medici messi insieme, la camera del malato diventava una stanza di degenza con ossigeno, farmaci, misuratore di saturazione e di glicemia e quant’altro.

Conservo con emozione le lettere di encomio che i pazienti o i familiari hanno poi indirizzato alla Asl.
Quanto sarebbe stato importante per noi medici di famiglia avere un reparto come quello! magari dedicato proprio al covid a medio rischio. Oppure semplicemente continuare a d avere un luogo di ricovero che fosse davvero in continuità con la medicina di base.

E invece dall’ospedale di comunità di Recanati siamo stati estromessi senza tanti complimenti, e per un lunghissimo periodo i posti letto a Recanati sono stati praticamente dimezzati. Al netto della necessità di creare una zona filtro durante l’emergenza covid, si potevano certamente trovare altre soluzioni che non comportassero l’umiliazione dei medici di famiglia e l’azzeramento di un servizio così importante per i cittadini.

E ora che si è tornato a parlare con insistenza di case della salute per via del famoso PNRR, con quale coraggio ci potranno chiedere di partecipare di nuovo”?

 

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9 commenti

  1. Saltamartini… Quello che riapriva tutto..e che ad ogni intervista dice che hanno appena iniziato a lavorare. Il problema è che c’è pure chi continua a votarli dopo il disastro sanitario nelle Marche

  2. io avevo capito che a recanati avremmo avuto nuovamente l’ospedale, ma sicuramente è colpa mia che non sono un’aquila

  3. Concordo con i commenti precedenti. La realtà, come al solito, è l’opposto delle promesse politiche. Peccato…..
    Questo Ospedale era un identità ed una sicurezza per i cittadini di questa città, adesso è solo posto prossimo alla degradazione e all’abbandono, con dei grandissimi sacrifici dei dipendenti rimasti

  4. D’altronde i dirigenti che gestiscono questo ospedale sono ancora quelli messi dai cosiddetti “compagni”… Pensate che abbiano così tanto interesse o competenze per far fare bella figura a questa giunta regionale ?

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