Manifattura Paoloni, una delle realtà manifatturiere più importanti nel territorio di Appignano, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo prevedendo 20 esuberi dei reparti
produttivi. Una seria problematica su cui le lavoratrici e i lavoratori si stanno confrontando con le OO.SS. FILCTEM CGIL e FEMCA CISL dalla metà di aprile scorso. Stanno vivendo una realtà ben diversa da quella emersa dagli articoli usciti di recente sulla stampa, da cui è emerso il quadro di un’azienda in forte crescita nel settore della moda con “difficoltà”, però, nel reperire manodopera specializzata legate alla creatività, come designer e modellisti.

Senza entrare nel merito di quanto riportato sulla stampa, è con indignazione che tutti i lavoratori coinvolti e le OO.SS. che li assistono hanno recepito gli articoli: nel momento in cui sul tavolo vi è una dichiarazione di esubero, in cui al centro vi dovrebbe essere la ricerca di soluzioni che possano attutire l’impatto sociale di questa procedura, anche attraverso la riqualificazione delle maestranze in relazione alle specializzazioni richieste, l’azienda si espone pubblicamente rispetto agli investimenti, ai traguardi raggiunti e lamentando la difficoltà nel reperire manodopera qualificata.

Una volontà aziendale, quella di esternalizzare la produzione, già resa nota da diversi anni, sia ai dipendenti coinvolti sia alle OO.SS., che si è rafforzata a causa della pandemia, con una forte contrazione delle vendite della linea prodotta ad Appignano e un aumento non più sostenibile, sostiene l’Azienda, dei costi di produzione in loco. L’attuale numero di lavoratori in esubero è inferiore rispetto a quello prospettato un anno fa, quando l’Azienda ne prospettava più di 50 dipendenti; tale diminuzione è da attribuirsi a diversi fattori: alle uscite volontarie di chi è riuscito a ricollocarsi in altre realtà, ai diversi pensionamenti per il raggiungimento dei requisiti di legge ed alla trasformazione di diversi contratti da full time in part time.

Ad oggi sono 20 i lavoratori il cui futuro resta incerto perché una volta usciti dalla Manifattura Paoloni solo alcuni raggiungeranno i requisiti pensionistici entro il termine del periodo coperto dall’indennità di disoccupazione (NASpI).

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