“Da una parte sola, dalla parte dei lavoratori” questo l’impegno di tutta la vita di Giacomo Brodolini, sindacalista e politico, padre dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Su Brodolini e sullo Statuto se ne è discusso in un convegno organizzato dall’Istituto Fernando Santi presso il museo dell’Emigrazione Italiana di Recanati città natale di Brodolini.
Tarcisio Tarquini, giornalista di Rassegna Sindacale che ha coordinato i lavori ha sottolineato: “Quando studiamo Brodolini comprendiamo cos’è il riformismo. Parola oggi di cui si abusa per nascondere qualcosa di diverso da un processo riformatore, che sottrae e che non aggiunge in tema di diritti per citare Brodolini”
Il Sindaco di Recanati Antonio Bravi ha portato il saluto della città: tra l’altro ha ricordato che Brodolini è “terzo figlio illustre” dopo Leopardi e Gigli. I suoi temi oggi sono più attuali che mai. Quando parliamo di riforme del lavoro, se pensiamo a Brodolini- ha proseguito Bravi-, comprendiamo quanto queste riforme possano aiutare i lavoratori”.
Rino Giuliani, della direzione nazionale dell’ Istituto Fernando Santi introducendo i temi
del convegno ha voluto sottolineare come “un nuovo Statuto puo’ invertire la tendenza attuale alla precarietà alla frammentazione dei diritti ed alla perdita di ruolo dei lavoratori e del sindacato. A patto che il nuovo Statuto dei lavori non si limiti ad essere la risultante del lavoro di tecnici che si rapportano con decisori pubblici committenti ma consegua alla partecipazione attiva dei lavoratori e rispecchi la condivisione delle rappresentanze sindacali, come successe con la l.300 anticipata dai precedenti accordi interconfederali, e dalla legge sui licenziamenti, di quattro anni prima, del 1996. Negli anni scorsi gli interventi fatti sullo Statuto sono stati di vertice, in sede governativa e contro le organizzazioni sindacali. Non hanno risolto ma aggravato la situazione del lavoro non tutelato.”
Paolo Borioni storico dell’Università “La Sapienza” introduce la prima parte -di profilo storico “Da una parte sola, dalla parte dei lavoratori”. “Brodolini – dice Borioni – partiva dal dato che la classe lavoratrice e la sua rappresentanza non è neutrale e che quella rappresentanza si motiva per il fatto che nel rapporto nel mercato del lavoro, fra capitale e lavoro la condizione del lavoratore è sempre quella del
soggetto più debole La sua idea era quella di una parità democratica nel mondo del lavoro e infatti non si definì un Ministro del Lavoro neutrale bensì il Ministro dei lavoratori”.
Giuseppe Santarelli, Segretario generale CGIL Marche ricorda “Lo statuto dei lavoratori italiano promosso da Brodolini è un simbolo che molti altri Paesi vorrebbero replicare. Nello statuto dei lavoratori c’è lo strumento di rappresentanza e autodifesa dei lavoratori e del sindacato che ci consente oggi di intervenire anche in realtà come quelle dei Deliveroo e di vincere battaglie nate oggi grazie ad un lavoro fatto però da Brodolini decenni fa.”

Il secondo tema, “Il cambiamento del modello di mercato del lavoro e il ruolo dello Stato”. Andrea Borghesi, Segretario generale nazionale Nidil Cgil introducendo il tema sottolinea “Oggi abbiamo condizioni di lavoro più atipiche rispetto a una volta. Molte rischiano di non avere una collocazione lavorativa. Il mercato del lavoro è cambiato così come la condizione sociale, c’è un vero e proprio sabotaggio in questo periodo storico. Si tende a frammentarlo. Persone che svolgono lo stesso lavoro ma che hanno condizioni contrattuali diverse e questo va cambiato perché altrimenti la tutela si indebolisce.”.
Pierpaolo Cicalò, Presidente dell’Istituto Fernando Santi chiudendo i lavori di una iniziativa molto partecipata di giovani, mondo dell’università e con tante presenze della CGIL marchigiana ha tra l’altro sottolineato “Bisogna disegnare un nuovo statuto che tenga conto di tutti i cambiamenti avvenuti nel mondo del lavoro. Da tempo c’è un attacco ai diritti e ai sindacati, noi pensiamo che vadano costruite le condizioni per conciliare diritti dei lavoratori e imprese con una legge dei diritti universali di tutti i lavoratori. Per i giovani andati via o che  vogliono rimanere, per i lavoratori tutti.”
(santinews)

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1 commento

  1. se la politica non ci metterà le mani,il processi economico a braccetto con la tecnica,sul lavoro umano ce ne farà vedere delle belle.La piega della politica non mi sembra tanto incoraggiante sotto questo profilo e non da adesso.

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