Nella prima parte, dopo aver richiamato i momenti fondamentali che fra Trecento e Quattrocento favoriscono l’affermazione del culto alla Santa Casa, vengono indagati l’andamento del fenomeno peregrinatorio e l’evoluzione delle pratiche devozionali.
Nella seconda parte ci si sofferma sulla gestione economica del santuario. Le risorse necessarie alla gestione del santuario provengono prima dalle elemosine e dalle donazioni lasciate dai pellegrini, poi dalle rendite del grande patrimonio fondiario acquisito nel corso del Cinquecento e del Seicento.
Il flusso dei pellegrini, ridottosi a fine Settecento, conosce una nuova ripresa dopo l’Unità. Nel Novecento, mentre con la diffusione dei mezzi di trasporto privati aumenta il numero dei visitatori, diventa sempre più difficile distinguere i pellegrini dai semplici turisti. Ma intanto si trasforma anche l’economia locale e dalla tradizionale produzione di oggetti devozionali nasce un vero polo dell’argento.
Il libro si chiude con un richiamo alle vicende più recenti: il tentativo di rilanciare il Cammino lauretano e la proposta di creare tra Recanati, Loreto e Porto Recanati “una rete comune tra cultura, enogastronomia e spiritualità”.