Eroe di Castelplanio, eroe d’Italia, eroe del mondo, eroe della sanità pubblica”, così Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha definito Carlo Urbani il grande medico, scienziato, viaggiatore che per primo nel 2003 ha identificato e classificato la SARS, riconducibile al Covid-19. Urbani si è battuto per creare un protocollo internazionale di sicurezza adottato dall’Oms per combattere le emergenze epidemiologiche mondiali, che ha salvato molte vite ed è valido ancora oggi. Nei venti anni dalla morte la sua città natale gli rende omaggio con l’apertura di un museo, frutto di un lavoro collettivo tra Comune, Aicu e Regione. Come ha precisato il figlio Tommaso Urbani, presidente dell’associazione Aicu “non sarà un mausoleo né una esposizione di oggetti, ma un luogo d’incontro dove veicolare idee e progetti ispirati ai messaggi che furono di mio padre.

Il 1° aprile di venti anni fa a Castelplanio stava arrivando la bara di Urbani, un medico mediatore fra i popoli più deboli e i grandi personaggi del mondo” ha dichiarato il sindaco Fabio Badiali ricordando che molte sono le scuole in regione intitolate a suo nome, tra cui Recanati (nello specifico la scuola primaria dell’Istituto Badaloni nel rione Castelnuovo).

Sarà un punto di attrazione e di memoria. Un luogo dove dare sviluppo alla scienza“. Ha così affermato il Presidente della regione Francesco Acquaroli.

Tra gli omaggi  una targa commemorativa che l’OMS ha dedicato a Carlo Urbani e che fino a ieri era appesa nella sede di Ginevra, donata dal Tedros Adhanom Ghebreyesus al Museo: “Terremo una copia di questa targa a Ginevra, ma è giusto che l’originale sia qui. Carlo ha agito nella migliore tradizione dell’OMS, secondo i suoi valori.”

Alla cerimonia, oltre la moglie Giuliana Chiorrini anche la mamma di Carlo, la signora Maria Concetta Scaglione, 95 anni e una grandissima forza. Tra le autorità presenti anche Marcello Gemmato, sottosegretario al Ministero della Salute, Dino Latini, presidente Assemblea Legislativa delle Marche, Daniele Carnevali presidente della Provincia di Ancona e Nguyen Thai Hoc, consigliere dell’ambasciata della Repubblica socialista del Vietnam a Roma, il quale ha ricordato Urbani e la sua importanza per il paese: “Per il Vietnam, il dottor Carlo Urbani è sempre stato visto come un esperto. Ha sacrificato la sua vita nel 2003 per l’epidemia di SARS che era scoppiata riuscendo anche a capire quale fosse stato l’agente virale che aveva causato la malattia. Nel cinquantesimo anniversario dall’avvio delle relazioni diplomatiche tra i due paesi la sua vita è il simbolo dell’amicizia che lega il Vietnam e l’Italia”.

Il museo, curato da Roberto Gigli membro del Direttivo Aicu, è allestito nell’edificio dell’ex scuola elementare Marconi frequentata da piccolo dallo stesso Urbani, ed è composto da tre ambienti dedicati alla biografia, al suo lavoro e alle sue passioni con un posto speciale e scenografico destinato alla moto che il medico utilizzava in Vietnam e Cambogia per i suoi spostamenti e per raggiungere villaggi sperduti durante una campagna di prevenzione contro l’Aids. Un’ultima sezione è dedicata alle pubblicazioni sul medico e ai numerosi riconoscimenti tributati a Urbani, dalla medaglia della Presidenza della Repubblica italiana alle targhe che onorano la sua memoria in tredici Giardini dei Giusti del mondo.

-Nikla Cingolani

Museo Urbani, Cerimonia inaugurale, tavolo delle autorità
Museo Carlo Urbani, Taglio del nastro
Museo Carlo Urbani, particolare dell’allestimento
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