È stata inaugurata ieri a Castel Santa Maria la prima edizione del percorso artistico Suoni delle terre mutate a cura di Ambra Lorito. Si tratta di un’esposizione all’aperto con opere di 10 artisti ospiti in residenza in questa splendida località del comune di Castelraimondo, invitati a immergersi e confrontarsi con il paesaggio, il luogo e i suoi abitanti. Il trio Suena Barro (Hernan Vargas, Natalia Scromov, Rodrigo Scola), Gio Pistone, Paola Tassetti, Adinda-Putri Palma, Ambra Lorito, Francesca Qoya, Donato Mariano, Davide Vizio (Salgari Records), hanno condiviso momenti quotidiani nella vita del borgo entrando in relazione con i 26 abitanti del luogo.

Tema del progetto è l’esplorazione dei concetti di mutevolezza e trasformazione in natura. “L’arte, la terra e il suono sono gli elementi che uniscono tutte le installazioni e i messaggi che ciascun artista ha voluto donare – ha dichiarato la curatrice – Le loro installazioni valorizzano quello che già c’è: il borgo con la sua storia molto antica è sempre stato un punto di riferimento per viandanti, pellegrini e nomadi. Caratterizzato da un disegno urbano a spirale, suscita un’energia molto forte, quasi sacrale, come un tributo alla vita stessa che è sempre messa alla prova da calamità naturali e da tutto quello che affrontiamo ogni giorno con la voglia di vivere. Questa esperienza può aprire delle strade per dei cambiamenti veri che si innescano grazie alla collaborazione di tutti e ognuno mette quello che sa fare senza chiedere l’impossibile. La ricerca personale di ciascuno artista con l’uso del linguaggio universale dell’arte arriva ad ogni partecipante in un modo unico e quindi siamo tutti insieme Suono delle Terre mutate.

Adinda-Putri Palma ha plasmato dei serpenti arcobaleno in terra cruda, torba e semi di campo, collocati e orientati verso i 4 punti cardinali del borgo. L’opera prende spunto dalla novella The Woman Who Thought She Was a Planet (La donna che pensava di essere un pianeta) della scrittrice sci-fi Vandana Singh, una donna racconta al marito la sua curiosa scoperta di essere un pianeta abitato da piccole creature aliene e striscianti che protendono felicemente verso il cosmo. I vari serpenti colorati in modo vivace dall’artista ci legano indissolubilmente al processo di trasformazione interiore, al risveglio spirituale, a vivere il confronto con l’altro, con la possibilità di orientarsi nello spazio ricordando di non perdere se stessi nel caos della vita.

Adinda-Putri Palma, The Woman Who Thought She Was a Planet, Foto©Paolo Farina

Donato Mariano presenta Synapses, un filtro panoramico che confonde lo sguardo. L’artista crea un’interferenza applicando un “effetto disturbo” come linee sullo schermo, quasi si trovasse in un campo elettromagnetico generato da correnti e tensioni variabili.

Donato Mariano, Synapses, Foto©Paolo Farina

Gio Pistone, famosa Street artist, ha dipinto su porte i suoi fantastici soggetti con colori vivaci e linee nette che ci trasportano in un mondo immaginario e singolare. L’opera dal titolo Esse “è una piccola rappresentazione metaforica di alcune categorie di donne e chi di tale si considera che attraverso i secoli fino ad oggi hanno subito e subiscono persecuzione, prevaricazione e violenza da parte della società costituita”, come è indicato nella didascalia.

Gio Pistone, Esse, Foto©Paolo Farina

Paola Tassetti con la monumentale installazione dal titolo “Conversario sovrumano. Sistemi autonomi di rilettura del paesaggio fertile” mette in mostra i suoi pensieri scritti sui Tendari e chimono, Completa l’opera  le due sculture “Oculus spinale dorsale”, simbolici “chiavi di volta” per indicare il fulcro della riflessione. Si evince il suo intimo legame con la Natura e il Sacro anche nella scelta del luogo, il rudere di una cantina a due piani, dove in alto e nel mezzo sorge un pino che diventa il vertice di un immaginario spazio triangolare rafforzando il rapporto tra umano e divino.

Paola Tassetti,  Conversario sovrumano. Sistemi autonomi di rilettura del paesaggio fertile, Foto©Paolo Farina

Una scultura in pietra presa dai resti delle cinta murarie è posta presso l’arco dell’antica domus con la seguente didascalia: “Madro. Il guerriero dell’arco”

Infine ha regalato profonde emozioni lo straordinario concerto del trio Suena Barro (Hernan Vargas, Natalia Scromov, Rodrigo Scola) con i loro particolari strumenti in terracotta accompagnati dalla Lorito e i suoi strumenti in ceramica che ricordano il letto di un fachiro trasformato in recipiente dalle forme morbide e arrotondate

Trio Suena Barro (Hernan Vargas, Natalia Scromov, Rodrigo Scola) in concerto, Foto©Paolo Farina

Sabato 1 ottobre sarà la volta di Davide Vizio (Salgari Records) Dj set, e domenica 2 ottobre Francesca Qoya (Le lunatiche).

Il progetto è sostenuto dal Consiglio Regionale Assemblea legislativa delle Marche, il Comune di Castelraimondo, la Pro Castel Santa Maria, e realizzato in collaborazione con Pelicula di Michele Alberto Sereni, l’associazione culturale Le Nuove Stanze e Magonza.

All’inaugurazione sono intervenuti il Consigliere regionale Renzo Marinelli e il vice sindaco di Castelraimondo Roberto Pupilli.

-Nikla Cingolani

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