Sono passati quasi sei anni dal terremoto del centro Italia, ma già dopo pochi mesi da quelle date del 24 agosto 26 e 30 ottobre 2016 è caduto il silenzio. Il libro I MURI DEL SILENZIO di Miriam Rosa Togni e Silvia Tamburriello è un affresco di 23 storie, 23 vite “sospese” da quelle date impresse nei nostri borghi dei Sibillini.
Il titolo si riferisce ai muri crollati a causa del sisma e sostituiti dal silenzio che sta sovrastando la vita di tanti borghi delle Marche e delle altre regioni coinvolte.
Il libro raccoglie testimonianze dirette di abitanti, imprenditori, amministratori, ma anche di registi che hanno documentato ciò che è avvenuto in quei fatidici giorni, nei mesi e poi negli anni successivi. Dai capitoli e dalle immagini che li accompagnano vien fuori la tenacia di chi è rimasto a mantenere in vita questi paesi.
“Abbiamo raccolto le loro storie e ci siamo resi partecipi dei drammi di questi amici e di queste comunità – scrivono le autrici in una nota – Al tempo stesso i proventi del libro sosterranno due progetti sul territorio, per l’attivazione di centri polifunzionali a Visso e a Camerino e far ripartire il senso di comunità andato anch’esso distrutto, insieme alle case. Con la sua ultima pagina “I Muri del Silenzio” vuol superare i territori e le montagne lì raccontate. Il libro inizierà il suo viaggio che lo porterà a sorvolare altri cieli, per andare a diffondere le sue storie. Per tornare a parlare di queste realtà “imbavagliate”, irrisolte in questo travagliato territorio, a tutti coloro che da cinque anni non ne sentono più parlare, che pensano quindi che sia tutto a posto. Il vero cammino, la vera missione di questo libro inizia adesso, facendolo circolare, anche grazie a voi.”
Miriam Rosa e Silvia, rimaste così colpite dalle realtà che qui emerge, hanno deciso di devolvere parte del ricavato del libro a due progetti, quello della Pro Loco di Visso e quello di “Uno spazio per crescere” di Camerino. Entrambi sono rivolti a ricreare il senso di comunità, sia tra i grandi, gli anziani, che tra i ragazzi. Tutto il libro, infatti, è pervaso da un grande vuoto che sentono i protagonisti, la mancanza quasi scippata del fondamentale senso di appartenenza al proprio paese, che non sono solo costruzioni, i “muri” appunto, ma anche storie, usanze quotidiane, memorie collettive; in una parola sono l’anima di una città.
Nonostante la rassegnazione e la rabbia per i quasi sei anni passati, nelle pagine si trova la tenacia nel voler rimanere a dar corpo al sogno, quello di rivedere ricostruito il proprio borgo dimenticato. Questa tenacia, il “sogno” riportato nella frase di Paolo Coelho in copertina, li ha contraddistinti sin dal primo giorno, quando hanno preferito la strada più difficile, quella di restare, a quella forse più semplice da attuare. Quello che chiedono è “non ci dimenticate”.
Il progetto del libro non si ferma al sostegno economico alle due comunità, ma si pone l’obiettivo di rendere giustizia al “silenzio mediatico”, e mantenere accesi i riflettori sulla situazione, facendo arrivare i racconti soprattutto a coloro che “del terremoto non ne sentono più parlare e pensano quindi che sia tutto a posto”. Più ampiamente sarà diffuso il libro maggiore sarà il raggiungimento di tale obiettivo.
Biografia delle autrici:
Miriam Rosa Togni si ritiene un cuore nomade. Ribelle e testarda determinata a non cedere mai, ma molto impulsiva quando si tratta di sentimenti. Scrive per amore, è il suo modo per sentirsi viva. Con le sue forze cerca di dare voce a chi voce non ha. Ritiene che l’amore non abbia prezzo, per questo devolve i ricavati dei suoi libri a favore di progetti sociali legati ai temi delle sue opere. A modo suo vuole dare il proprio contributo, per un mondo migliore. Come con i suoi due primi libri, ora con Silvia nel loro “I muri del silenzio”.
Silvia Tamburiello ha la matematica nel DNA, è informatica per professione, ma le esperienze la trasformano in reporter per passione. Anima metà marchigiana metà newyorkese, inizia a raccontare l’un mondo all’altro, sulle radio italiane all’estero. All’indomani dei giorni del terremoto sente la vocazione di raccontare nei suoi programmi la situazione e la portata della tragedia, dalla voce di coloro che in prima persona la stanno vivendo. Con microfono e telecamera crea legami fraterni con i tanti intervistati, dal 2016 ad oggi. Che le chiedono una sola cosa “non ci dimenticate”.
1 commento
Ottima iniziativa. Ci sono muri del silenzio anche a Recanati dove sono ancora molti gli edifici resi inagibili dal sisma in attesa di interventi resi sempre più difficili dalla concomitanza dei bonus edilizi nazionali, dall’aumento del costo dei materiali, dall’aumento del prezzo dell’energia. Ma Recanati non rientra nell’area cratere e quindi questa Amministrazione comunale, al di là di tutti i voli pindarici culturali e sociali in cui è maestra, non si vergogna di pretendere il pagamento dell’IMU al 50% anche dai proprietari di fabbricati che da sei anni sono assolutamente improduttivi e bisognosi di interventi costosi, almeno per la loro messa in sicurezza. Altri Comuni limitrofi, seppure anch’essi fuori cratere ( chissà come mai Macerata invece è dentro il cratere….) si muovono in altra direzione esonerando quanto meno i proprietari degli immobili lesionati dal pagamento di questo infame balzello. Insomma i fumi culturali sono lì a nascondere la più bieca e insensata delle politiche fiscali locali. L’opposizione? Si occupa di cultura anch’essa.