È sempre meno sostenibile la situazione alla RSA di Recanati, la residenza sanitaria assistenziale di competenza dell’Asur gestita attualmente dalla cooperativa “Residenza il Corso” il cui mandato è prossimo alla scadenza (l’Asur le avrebbe concesso una proroga sino al 30 settembre prossimo). Stipendi arretrati per il personale (l’ultimo saldato è quello di aprile scorso), fornitori da pagare, come quello dei pasti tanto che la cooperativa si è rivolto ad un’altra ditta, e debiti contratti con alcuni fornitori di servizi e come se questo non bastasse oggi gli ospiti, dai 40 che erano una volta, quando la struttura era a pieno regime, si sono dimezzati nonostante le tante richieste.

Il personale è preoccupato per il proprio futuro e ieri pomeriggio sono andati anche a parlare con il sindaco Bravi che, però, allarga le braccia in quanto per lui è difficile intervenire perché la RSA è un servizio prettamente di natura sanitaria e pertanto di esclusiva competenza dell’Asur. “So – ricorda Bravi – che è stato proposto alla Fondazione Ircer di assumere la gestione del servizio, ma prima di giungere ad un accordo bisogna risolvere molti aspetti di tipo amministrativo. Sono questioni che vanno risolte prima perché la Fondazione Ircer non può, certo, ficcarsi dentro ad una situazione non chiara. Il Cda dell’Ente e l’Asur si sono già incontrati nei giorni scorsi con l’obiettivo di arrivare a concordare una convenzione che possa funzionare al meglio. La volontà degli Ircer c’è tutta ed è più che seria, ma bisogna stabilire ogni dettaglio per evitare che nascono, con il tempo, controversie finanziarie che non fanno bene a nessuno”.

A rendere appetibile per gli Ircer la proposta avanzata dall’Asur è anche la nuova legge che regola le norme per l’accreditamento delle case di riposo che prevede un’organizzazione del servizio molto più impegnativa. “La Fondazione Ircer è interessata perché – spiega Bravi – aumentare complessivamente la sua capienza sarebbe una situazione favorevole per ottenere più facilmente l’accreditamento: assorbendo la gestione della RSA, passerebbe dagli attuali 70 a ben 110 posti-letto tenendo anche conto che le due strutture sono collocate nello stesso immobile e qualche economia di scala c’è, basta pensare ad alcuni costi amministrativi. Inoltre è cambiato molto il tipo di ospite: nel passato le case di riposo accoglievano prevalentemente anziani autosufficienti, mentre oggi è l’inverso e l’80% degli ospiti hanno maggior bisogno di assistenza di tipo sanitario e c’è quindi la necessità di una presenza maggiore di personale medico e infermieristico”.

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