Tanta gente in una splendida giornata di sole per celebrare insieme la Festa della Liberazione. La banda cittadina ha accompagnato la cerimonia della deposizione delle corone d’alloro in via 1° Luglio e sotto il loggiato del palazzo comunale. In piazza Leopardi hanno, quindi, preso la parola il sindaco Antonio Bravi e il Presidente dell’Anpi, Sandro Apis. “E’ una festa che deve unire e non dividere, ha sottolineato il primo cittadino, sull’esempio dei nostri padri che hanno accantonato ogni divisione per darci Pace e democrazia. Anche la Costituzione, che noi riteniamo sia una delle migliori al mondo, affonda le sue radici nella Resistenza e l’articolo 11 dice chiaramente che l’Italia ripudia la guerra sia come strumento di difesa e sia come risoluzione delle controversie internazionali. Quindi – ha ribadito Bravi – dobbiamo tenere bene in mente quello che dice la nostra Costituzione e dobbiamo essere un democratico un paese che ripudia la guerra sotto tutti i punti di vista, un paese che non deve farsi tirare per la giacchetta da nessuno. Ciò non significa parteggiare per qualcuno o assumere posizioni estremiste, significa semplicemente applicare la Costituzione. Abbiamo tutti il desiderio di ritornare alla normalità e dobbiamo augurarci di conquistare presto anche la tranquillità”.

Sandro Apis, nel suo discorso, ha dichiarato che “la Russia ha brutalmente invaso l’Ucraina, un’aggressione disumana e di fronte a questo istintivamente pensiamo che la cosa giusta da fare sia armare la vittima. Può darsi che non ci sia scelta, ma quando i confronti diventano mortali e le armi sostituiscono i diritti, noi sappiamo che vince il più forte e non il più giusto. È per questo che l’Anpi insite perché il dialogo prevalga e sia chiaro che la pazienza della diplomazia faticosa e frustante è sempre retribuita sotto forme di vite umane salvate e di un minor numero di ospedali, case e fabbriche distrutti. Questo risultato non può essere prodotto da un approccio belligerante, che altro non coglie che il bianco e il nero, che considera la logica dell’occhio per occhio, dente per dente, e vede dell’escalation degli armamenti l’unica via da seguire. Un conflitto esteso diverrebbe un conflitto nucleare. Abbiamo sentito, purtroppo, insulti reciproci da capi di Stato terzi, il cui ruolo dovrebbe essere quello di mantenere la freddezza necessaria e coltivare tutti gli spazi utili per raggiungere il fine della cessazione delle violenze”.

 

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7 commenti

  1. “L’Italia ripudia la guerra come strumento di OFFESA alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
    Non trovo scritto da nessuna parte il ripudio della guerra di difesa, tanto più che la Resistenza, da cui trae origine la Costituzione, fu sostanzialmente guerra di difesa dall’invasore nazista e dal suo alleato fascista.
    Non penso che l’ottimo Sandro Apis possa essere incappato in un errore del genere.

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