Palazzo Leopardi a “lume di candela” nella giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili promossa da Caterpillar Rai Radio 2.

Questo il gesto simbolico della famiglia Leopardi nella casa del Poeta di Recanati che ha contribuito a sostenere la campagna di sensibilizzazione, offrendo la possibilità ai visitatori di rivivere la stessa atmosfera, vissuta da Giacomo nel paterno ostello.

 “Siamo vicini agli importanti temi di sensibilizzazione promossi da Caterpillar di Rai Radio2 –– ha affermato la contessa Olimpia Leopardi discendente del Poeta –  un’occasione che ci ha anche offerto la possibilità di apprezzare  i luoghi della gioventù  cari al Poeta,  nella stessa atmosfera in cui  lui  li ha  vissuti.

E’ stato emozionante vivere queste suggestioni nelle stanze che tanto hanno ispirato la poetica del giovane Leopardi.  Un’esperienza affascinante con un importante messaggio sociale che,  visto l’entusiasmo con cui è stata accolta,  contiamo di ripetere presto.”

 La suggestiva visita  a “lume di candela” si  è snodata tra le antiche sale della Biblioteca che hanno visto formarsi il  genio del Poeta nel dialogo con i grandi autori degli oltre venti mila volumi presenti. E’ proseguita poi nel piano nobile del palazzo, seguendo il nuovo percorso “Ove abitai fanciullo” che a distanza di 200 anni ha svelato al pubblico per la prima volta gli appartamenti privati di Giacomo Leopardi.

Ad emozionare ancora di più i presenti, lungo l’itinerario, la lettura dei versi de Le ricordanze nei numerosi riferimenti ai luoghi della sua giovinezza all’interno del palazzo: tra  le “sale antiche” e le “ampie finestre”; le “dipinte mura” e i “figurati armenti”, la serie di quattro tele raffiguranti animali al pascolo attribuite al pittore Philipp Peter Roos detto Rosa da Tivoli, esposti nella Galleria. Passando attraverso il silenzio del giardino, nell’eco del quieto rumore delle voci familiari di parenti e servitori, fino ad arrivare  alla stanza di Giacomo dove, a lume di candela, tanto ha poetato, osservando dalla sua  finestra  le  “Vaghe stelle dell’Orsa”.

Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea

Tornare ancor per uso a contemplarvi

Sul paterno giardino scintillanti,

E ragionar con voi dalle finestre

Di questo albergo ove abitai fanciullo,

E delle gioie mie vidi la fine.

 

Dai Canti  Le ricordanze 1829

 

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