Nonostante le persistenti difficoltà dovute alla situazione pandemica, il Comune di Recanati, in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Macerata e l’Anpi di Recanati, si prepara a ricordare il Giorno del Ricordo con iniziative e attività formative che possano fornire alle nuove generazioni strumenti di comprensione del passato e di un tempo presente sempre più inquieto e complesso.
Le celebrazioni del Giorno del Ricordo inizieranno giovedì 10 febbraio alle ore 12 con la deposizione di una corona di alloro presso Via Martiri delle Foibe, alla presenza delle autorità e degli amministratori locali.
Per giovedì 24 febbraio è previsto un nuovo appuntamento che, per molti aspetti, rappresenta un’interessante novità nel quadro delle iniziative realizzate nell’ultimo decennio dal Comune di Recanati; dopo diversi corsi di formazione dedicati all’approfondimento storico e storiografico della questione, verrà infatti organizzato un incontro online sulla letteratura dell’esodo, che si avvarrà della collaborazione dell’Adi-sd, l’Associazione degli italianisti – sezione didattica, diffusa su tutto il territorio nazionale ed articolata in sedi locali.
Il titolo dell’iniziativa “L’anima altrove. Storie e memorie dell’esodo” vuole essere un omaggio alla scrittrice Anna Maria Mori, vincitrice nel 2006 del premio Recanati Festival della narrativa italiana, con il libro “Nata in Istria”.
Due sono le relatrici che hanno accettato il nostro invito: le prof.sse Silvia Tatti e Maria Cristina Benussi. La prima è docente ordinario di Letteratura italiana presso la Sapienza Università di Roma e attualmente riveste la carica di presidente dell’Adi-sd; Maria Cristina Benussi è docente ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Trieste; socia fondatrice della MOD(Società italiana per lo studio della modernità letteraria) di cui è stata segretaria nazionale , è presidente della giuria di diversi premi letterari e collabora alle pagine culturali del “Piccolo” di Trieste nonché ad alcune testate radiofoniche e televisive.
Silvia Tatti, partendo da una sua recente pubblicazione sulla scrittura dell’esilio nella letteratura occidentale dall’antichità a oggi, come esperienza di esclusione e di perdita di riferimento, ma anche di costruzione di nuove identità, focalizzerà la sua attenzione sul Novecento, un secolo punteggiato, fin dal suo nascere, di migrazioni forzate, espulsioni, deportazioni e atti di pulizia etnica. È in questo contesto che si parlerà di come irrompe e cambia il racconto dell’esilio nel Novecento, e delle forme significative che tali narrazioni assumono.
L’intervento di Maria Cristina Benussi ci introdurrà nel contesto più circoscritto, ma drammaticamente emblematico, dell’esodo istriano, fiumano e dalmata e delle narrazioni letterarie che ne sono scaturite. A proposito delle quali la prof.ssa Benussi intende sottolineare il percorso che esse hanno avuto nel corso della seconda metà del Novecento e i cambiamenti che le hanno caratterizzate; mutano infatti il punto di vista e gli sguardi su questo fenomeno (che ha coinvolto circa 350.000 persone), a seconda delle circostanze storiche che hanno scandito la storia dei rapporti in queste zone di confine. “Dal periodo del Governo Militare alleato nella Zona A fino agli accordi di Osimo del 1975 – sostiene la prof.ssa Benucci- la narrazione è prevalentemente orientata in chiave politica, tendenzialmente anticomunista; poi invece, da Osimo a dopo il crollo del muro di Berlino, essa mette in evidenza piuttosto il culturicidio che in quelle terre è stato perpetrato. Quando subentrano le seconde e le terze generazioni, l’esodo -che non è stato vissuto ma solo sentito narrare dai familiari a figli molto spesso nati in campi profughi- viene raccontato da un punto di vista più antropologico”.
Il fatto significativo è che se ne continui a parlare, anzi, si cominci a parlarne anche da parte di chi non ha subito quegli eventi. L’istituzione del Giorno del Ricordo, grazie alla legge 30 marzo 2004, sta dando i suoi frutti.
Link di accesso alla riunione
https://us06web.zoom.us/j/84863931088?pwd=alZKNTFwV2hTT0FGRkJsWFFEU0c4dz09
1 commento
Vorrei ricordare con affetto e commozione una profuga istriana, donna bellissima, di cui non faccio il nome perchè non so se i discendenti lo accetterebbero, che abitava a Recanati in zona Montevolpino. Per prima, e per molto tempo unica, mi parlò ma solo brevissimamente di questa tragedia. Dopo poco le si chiudeva la gola per la commozione. A scuola non se ne parlava e quando chiesi qualcosa in giro nessuno sapeva o voleva rispondermi. Se la sua famiglia conserva ricordi di questa vicenda sarebbe bello se volesse farne partecipi gli altri cittadini recanatesi.