Domenica 6 Febbraio Montefano accoglie con le sue bellezze la Delegazione FAI di Ancona. Un’occasione splendida per mostrare agli aderenti FAI il bellissimo Teatro La Rondinella, classico esempio di Teatro Bomboniera marchigiano, un piccolo gioiello ottocentesco.

Costruito a fine ‘700 con materiali quasi completamente in legno, fu la risposta al crescente interesse per il melodramma dei montefanesi. Alla fine dell’800 venne riprogettato assecondando le linee dello Stile Liberty e utilizzando materiali come il ferro e le sue leghe che hanno permesso la realizzazione di sontuosi palchetti con ringhiere in ghisa che sembrano merletti preziosi.

Il progetto fu ad opera dell’ingegnere Virgilio Tombolini, allora Direttore Tecnico al Teatro la Fenice di Venezia.
Dal soffitto affrescato dal pittore Bruschi fanno capolino le muse Talia e Melpomene che vegliano su Commedia e Tragedia, e le muse Euterpe e Tersicore che ispirano Poesia Lirica e Danza.
Il Teatro si trova al piano superiore del vecchio Palazzo Comunale e vi si accede attraverso un’ampia scalinata in pietra. Un elegante Foyer, chiamato Sala dei Poeti, anticipa l’ingresso alla sala del Teatro.

La visita proseguirà con il Museo dedicato ad Arturo Ghergo, il fotografo della Dolce Vita. Nato a Montefano nel 1901, è un uomo attraente, affascinante, capace di capire le donne, le fa sentire belle, le guarda negli occhi. Ma sarà attraverso i suoi – di occhi – che diverranno delle Semidee, lui farà loro incarnare la bellezza dei Canoni Classici e tuttavia, la luce con la quale le inonderà, troverà la strada di una modernità spiccata e sensuale.

Aperto a Macerata lo Studio Fotografico con il fratello Ermanno, che sarà per lui guida e mentore nell’arte fotografica, inizia il suo cammino in una città che si sta risvegliando all’Arte e al Futurismo: diventerà presto l’Atene delle Marche con Tommaso Filippo Marinetti spesso in città, Valeriano Trubbiani, Vladimiro Tulli, Ivo Pannaggi. Qui Arturo si fa strada, impara l’Arte e poi decide di andare a Roma.

Ghergo manifesta nelle sue fotografie una capacità tecnica di tutto rilievo. Il suo Studio romano viene organizzato per competenze, luce, inquadratura, un uso sapiente e quasi chirurgico del fotoritocco manuale. Ritratti di donne, solo viso o a figura intera, che trasfigurano: l’obiettivo di Ghergo le trasforma in divinità, ottiene silhouette moderne e glamorous, mentre lampade semplici, posizionate vicinissime al soggetto e sapientemente usate,  pennellano luci ed ombre su primi e primissimi piani.

Oggi il Museo è uno Spazio Espositivo di tutto riguardo, inaugurato lo scorso anno sotto l’egida del Comune di Montefano e meta di visitatori da tutta Italia. Qui, oltre alla Sala in cui sono esposte molte delle opere di Ghergo e alcuni suoi strumenti di lavoro, trovano spazio le immagini che Maestri contemporanei della Fotografia come Gastel, Scianna, Galimberti, Backhaus, Gemelli – ai quali è stato assegnato in questi anni il Riconoscimento alla Carriera nell’ambito del Festival Arturo Ghergo – hanno donato al Museo. Imperdibili.

Il Gruppo in visita sarà accompagnato da esperti delle bellezze montefanesi, soci dell’Associazione Turistica Pro Loco Montefano.

 

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