Rosina Carsetti è morta di femminicidio, lo certifica il Rapporto 2021 sulla violenza di
genere della Regione Marche.
Circa questo rapporto occorre chiarire che i dati che riporta sono la punta di un iceberg
che tiene sommersa l’immane vastità del non detto, non denunciato, non intervenuto e
conteggiando solo i casi dei CAV, esclude quelli dei centri d’ascolto delle associazioni che
non fanno parte di questa rete e sono tanti in tutto il territorio regionale. Ciò che invece fa
di importante è fornire comunque una visura globale e una profilazione socioculturale.

La provincia di Macerata è in testa come quella con più casi presi in carico dai CAV, 131
contro i 42 di Fermo. Tra questi, le donne italiane sono il doppio di quelle di origine
straniera, la maggior parte di tutte loro vive con l’uomo maltrattante e ha figli minorenni.
Questo non vuol dire che le donne maceratesi e italiane sono più maltrattate di quelle delle
altre province o straniere, ma solo che denunciano di più e che evidentemente il CAV nelle
sue diramazioni territoriali in provincia di Macerata è più presente che altrove.

che
invece ci deve allarmare sono le paure che queste donne dichiarano di avere: non essere
credute, allontanamento dei figli. Non c’è niente da fare, nella nostra mite provincia tra le
dolci colline del maceratese, come nel resto del Paese, la violenza di genere è ancora
sdoganata come l’anomalia dell’uomo o della situazione tal dei tali. A ogni fatto di cronaca
si scatena il voyeurismo morboso dei particolari che spieghino con le peculiarità del caso
ciò che si spiega invece nelle caratteristiche comuni che tutti i casi presentano, tanto da
diventare un fenomeno strutturale di questa società non abbastanza riconosciuto né
combattuto con le misure opportune.

Non basta l’educazione alle differenze giustamente
perorata dai movimenti Lgbt+, la violenza di genere va combattuta con armi proprie,
abbattendo il concetto che la vita di una donna sia governabile dall’uomo con cui vive, che
i corpi, le azioni, le aspirazioni, le scelte, persino i pensieri delle donne possano essere
oggetto di controllo e proprietà. La malattia è questa, la cura complessa, va dal contrasto
allo stereotipo e alle narrazioni tossiche, all’intervento a ogni livello politico su tutte le voci
del gender gap e non ultima l’eliminazione definitiva della Pas da tutti i tribunali.

Non abbiamo dimenticato Rosina, fummo i primi a parlare tra i denti di femminicidio, un
male dal quale anche la nostra “Terra delle armonie” dimostra di non essere immune.

Per Sinistra Italiana Macerata Serena Cavalletti

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