Ci spera proprio che, se non questo, almeno il prossimo Natale lo possa trascorrere con sua sorella di cui ha saputo l’esistenza solo pochi giorni fa, dopo oltre 69 anni in cui la notizia gli è stata nascosta dalla madre e dai parenti tutti. Roberto Anconetani sta raccogliendo, infatti, in questi giorni, oltre a tante espressioni di affetto e coraggio, anche molte testimonianze su quello che è accaduto almeno 65, se non più, anni fa quando la mamma Amelia, per evitare le chiacchiere di pase e spina dai suoi stessi familiari, andò a partorire una bambina al “Bambin Gesù” di Roma decidendo poi di darla in adozione.

Non nascondo, ci dice Anconetani, che da quando ho appreso di avere una sorella la mia vita è sconvolta, perché tanta e forte è stata l’emozione. Mia madre era una povera donna senza istruzione, non sapeva fare neppure la sua firma. Temo che quello che ha attraversato, e certe scelte fatte, siano più frutto di pressioni provenienti dai suoi familiari per sfuggire alle possibili chiacchiere di paese che effettivamente espressione della sua libera volontà. Importante è ora coordinare un po’ le idee e capire come posso muovermi per iniziare le ricerche che oggettivamente appaiono assai difficili”.

Naturalmente la prima tappa è l’ospedale “Bambin Gesù” di Roma dove presumibilmente è nata la sorella più piccola di lui di circa quattro anni. È possibile che l’ospedale romano abbia nei suoi archivi il nome della donna recanatese e abbia annotato il destino della piccola. In queste ultime ore ad Anconetani è giunto un messaggio dall’avvocato recanatese Mario Pinelli, che oggi vive e lavora a Roma, che gli ha offerto la sua disponibilità per aiutarlo nelle ricerche trovando la sua storia particolarmente toccante.

 

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