Si chiama risanamento e rigenerazione urbana ed è uno strumento con il quale si progetta e si realizza innanzi tutto il risanamento di alcune tra le zone più degradate delle città e che sono a grave rischio sociale ma anche edifici monumentali in particolare stato di degrado. Il Comune di Porto Recanati, grazie all’intuizione del Commissario prefettizio ne ha beneficiato negli anni scorsi per il parziale recupero dell’area intorno all’Hotel House, presentando un progetto ritenuto valido dalla commissione nazionale a ciò preposta.
Parliamo quindi di progetto, vale a dire di uno scopo che deve realizzarsi attraverso l’elaborazione di una idea che consenta il raggiungimento del suddetto scopo. Quindi a monte di un qualsivoglia progetto deve esserci uno scopo ben chiaro e definito che è funzionale al risultato che si vuole ottenere. In termini brevi significa che, prima di adottare un qualsivoglia provvedimento, l’amministratore pubblico è tenuto a valutarne non solo le conseguenze ma anche le possibili alternative.
Nel caso specifico del Nervi e dei famosi centoventimila euro spesi per illuminarlo sembrerebbe proprio che tutto ciò non sia avvenuto. Ci si è aggrappati ad una estemporanea esternazione di un illustre ospite e da quella ci si è adoperati nelle opportune e compiacenti sedi per perpetuare ed alimentare un fatuo e quanto mai realizzabile desiderio di avere un’opera i cui costi la rendono, al momento, assolutamente non compatibile con le risorse disponibili anche da parte privata. Uno spreco di pubblico denaro che ha però avuto il merito di mettere in luce anche la pochezza di questa amministrazione, capace solo di proporre spot elettorali e non programmi o progetti di cambiamento.
Un’amministrazione che, con il candore di un giglio, dimentica di essere stata in carica per cinque anni e di essere parente stretta di tante altre che per decenni hanno determinato l’attuale degrado della città. Amministrazioni che hanno accettato in dono il Capannone Nervi dopo che al donatore era stato impedito dalla Soprintendenza di abbatterlo e continuare a cementificare. Amministrazioni che non hanno mai pensato di aprire un tavolo, anche con le tante istituzioni culturali presenti in Regione, sulla possibile valorizzazione di un bene che, pur di avere la disponibilità dei centoventimila euro, è stato definito dall’attuale amministrazione elemento caratterizzante dell’intero tratto costiero!
Ecco che invece, proprio da parte di coloro che tanto hanno avversato questo spreco di denaro pubblico, viene avanzata un suggerimento che potrebbe far diventare il Nervi da monumento allo spreco del denaro pubblico a fonte di reddito per la comunità. Un suggerimento semplice e facilmente realizzabile, sempre che da parte comunale si sia proceduto all’analisi statica della struttura: trasformare il Nervi in una centrale energetica per il Comune. Come? Eliminando la copertura con l’amianto e sostituendola con pannelli fotovoltaici. Una operazione ecosostenibile per una Comunità energetica.
Naturalmente si tratterà innanzi tutto di spegnere la luce dell’arroganza e di ridare luce all’intelligenza ma a volte, per il bene comune, queste cose possono anche riuscire.
Gioacchino Di Martino
Porto Recanati 4 luglio 2021
3 commenti
Tra Recanati e Porto Recanati quanto denaro pubblico è stato speso e si spenderà ancora per cose del tutto effimere come luci particolari? intanto l’Italia frana, gli edifici pubblici collassano, le zone interne si spopolano, i ponti crollano, gli anziani muoiono soli e senza assistenza, l’inquinamento ci intossica etc. Si ballava sul Titanic durante il naufragio e secoli prima si discuteva del sesso degli angeli mentre Costantinopoli cadeva e con essa l’impero romano d’oriente.
E non trovano pochi spiccioli per illuminare adeguatamente la pista ciclabile nel tratto dell area di sosta dei camper, a volta basta poco per migliorare di tanto un servizio ma evidentemente un cervello piccolo non ci arriva……
Concordo con lei, la lista delle cose necessarie ma non fatte è lunghissima. Illuminazione adeguata in ogni angolo della città, telecamere dove possibile, argini dei fiumi che sprofondano ma su cui si costruiscono nuove ciclovie senza pensare nemmeno un attimo a quale fine abbia fatto la prima ciclovia che doveva collegare Porto Recanati a S. Firmano su su fino a San Severino degli anni nivanta dello scorso secolo. Su una cosa non concordo con lei. Non penso si tratti di cervello piccolo ma di scelte deliberate e scellerate. Bisogna stupire, inaugurare, figurare sui giornali, apparire. Fare diligentemente la quotidiana e ordinaria amministrazione e manutenzione non paga e non gratifica. Inoltre non permette di elargire somme notevoli di denaro a progettisti, artisti, sedicenti uomini di cultura e di spettacolo scelti con criteri piuttosto soggettivi.