Ci è rimasto davvero male Don Rino Ramaccioni nel vedere il campo coltivato a frutta accanto alla chiesa dell’Abbadia di Fiastra improvvisamente raso al suolo dai proprietari del fondo. Quel campo era stato sempre usufruito dai frati dell’antico convento anche se senza un reale contratto per il suo utilizzo con il suo proprietario. Quando se ne è andato l’ultimo frate, a seminare cocomeri e meloni ci hanno pensato i due attuali sacerdoti, appunto Don Rino e un suo collega, che curano la parrocchia dell’Abbadia. Il ricavato da quei frutti, una volta venduti ad offerta libera, sarebbe servito per sfamare i bambini delle missioni.

Ma gli operai sono arrivati e senza dire nulla hanno spianato tutto e messo dei lucchetti ai cancelli per evitare l’accesso al fondo. “Volevo suonare le campane a morte – dice amareggiato Don Rino – ma mi limiterò durante la mostra sull’enciclica “Laudato sì” a scrivere un cartello con “Signore perdona loro perché non sanno quel che fanno”.  Il custode, che aveva provveduto in tutto questo tempo, ad innaffiare le 120 piante di cocomero, non ha saputo trattenere le lacrime di fronte alla loro distruzione. Ha chiamato anche i Carabinieri che, però, non hanno potuto far nulla.

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12 commenti

  1. Proverei a sentire un buon avvocato . Potrebbe essere scattata una usucapione oppure, che so, poteva essersi configurato un comodato solo verbale. C’era comunque un tacito consenso se tali coltivazioni avevano potuto avere luogo in tanti anni precedenti, insomma mai arrendersi senza combattere.

    • Luca Falzetti on

      Giusto. E credo che con don Rino tanti saranno pronti a sostenere l’iniziativa giudiziaria, magari cominciando a cercare da subito l’avvocato necessario.
      Perchè porgere l’altra guancia va bene (a volte), ma farsi prendere in giro proprio no.

      • Luca Faziosetti on

        Ad aiutare il prossimo comincia tu, nel caso avessi un terreno di tua proprietà regalalo alla Caritas Diocesana, ma anche un semplice appartamento regalalo al tuo prossimo cosa aspetti?

  2. Che tristezza Don Rino.
    Tu solo hai nei tuoi pensieri aiutare l’altro bisognoso.
    Anche nella tua amatissima parrocchia di Villa Teresa a Recanati sono arrivate le ruspe e li vi hanno costruito un supermercato.

    • Non so come siano andate le cose, bisognerebbe sentire anche il proprietario del fondo. Magari aveva già fatto presente che il fondo andava liberato, oppure no. Magari si poteva aspettare la raccolta dei frutti coltivati. Certo che con tutte le proprietà immobiliari della Chiesa, peraltro con agevolazioni fiscali non di poco conto, don Rino proprio lì doveva fare il suo orto?

  3. Goffredo Natalucci on

    Leggo i commenti. L’individualismo e la grettezza che li unisce sono quanto di più squallido si potesse pensare. E magari qualcuno degli autori appartiene alla schiera dei baciapile perbenisti sempre presente nei paesi. Quelli che sono “contro il razzismo” e poi attaccano don Rino, che qui a Recanati aveva portato una ventata di pensiero solidale, non di… pidocchieria bigotta.

    • Baciapile, perbenista, falso buonista, radical chic, servitore di George Soros.
      Non si può essere cosi subdoli comunisti solidali e poi paradossalmente mettersi a sostenere la massoneria internazionale del paperon de paperoni
      il multimiliardario ebreo George Soros.

    • Conoscete lei e Don Rino i 10 COMANDAMENTI?
      Proprio il decimo dice: Non desiderare la roba d’altri…
      Sono importanti anche i 10 comandamenti e bisogna tenerli presenti,
      quindi quel “Signore perdona loro che non sanno quello che fanno” vale
      per lei Sig. Natalucci e per Don Rino Ramaccioni, aggiungrei anche:
      Signore perdona loro che non sanno quello che fanno e quello che dicono.

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