Si è concluso con un’assoluzione piena a Macerata il processo a carico degli imprenditori Lino Dino Frapiccini e Alba Troscé e del progettista e direttore dei lavori Davide Chiodi per i lavori alla nuova bocciofila di Montelupone.

I tre erano stati accusati nel 2016 dalla stessa amministrazione comunale di Montelupone di alcune irregolarità nella realizzazione dell’impianto: in modo particolare secondo l’accusa le massicciate di fondazione del piazzale e le strade di accesso erano state realizzate con resti di demolizioni che però, come rifiuti speciali, avrebbero dovuto essere trattati e smaltiti da una ditta autorizzata.

I difensori dei tre, però, Paolo Giustozzi e Paolo Maggini, in tribunale sono riusciti a dimostrare che il materiale utilizzato era a norma e del tutto lecito e che l’impresa era in possesso di una regolare autorizzazione per la gestione dei rifiuti non pericolosi. Tutti assalti, quindi, “perché il fatto non sussiste”. Resta, però, l’amaro di una vicenda lunga e particolarmente gravosa per gli imputati, in particolare per l’ingegner Chiodi che, durante tutto questo periodo, in attesa della sentenza, si è visto chiudere le porte di tutte le amministrazioni pubbliche subendo un danno non indifferente.

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2 commenti

  1. In un paese normale, agli imputati assolti ma danneggiati nel lavoro e nell’immagine, devono essere risarciti dal sindaco Pecora Rolando e dalla sua amministrazione

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