Ieri mattina, attraversando quella landa desolata che è diventato il “fu giardino” di piazza Carradori, ho visto fiori di cactus che timidamente cercavano di trasmettere un po’ di vivacità a quella bruttura che rappresenta l’esempio di cosa intenda per arredo urbano di una città turistica l’amministrazione comunale.  Essendo una persona che tendenzialmente è portato a pensare positivo mi son subito detto: però tra poco potremo godere dell’illuminazione artistica del Nervi. Neanche il tempo di pensarlo e la lettura della stampa locale mi ha portato nelle fila di chi pensa negativo. Già perché oggi due autorevolissime esponenti della giunta comunale ci comunicano che si stanno diffondendo voci molto distanti da ogni principio di verità e molto deliranti in merito all’intervento di restauro e risanamento conservativo delle parti più ammalorate del capannone Nervi per 90mila euro. Tale intervento, spiegano le due amministratrici, è stato reso possibile dal contributo ricevuto dal Ministero dell’Interno con il Decreto 11 novembre 2020 per investimenti destinati ad opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile. Un precedente finanziamento, dello stesso importo, era stato utilizzato per la copertura dell’ex mercato ittico. Tutto vero salvo che per realizzare qualunque opera, anche quelle finanziate da altre autorità, c’è da seguire un iter procedurale che a volte può costituire un intralcio se invece si ritiene che amministrare una città significhi semplicemente poter cogliere qualunque occasione e non seguire invece una programmazione che consentirebbe di realizzare forse le stesse cose ma in un quadro armonico di sviluppo e crescita. La baraonda di delibere e determine dirigenziali a cui stiamo assistendo ne è la prova incontrovertibile cui neanche la temerarietà delle reprimende delle indignate amministratrici può metterci un velo o per meglio dire una pezza. Questa sera ci sarà un’altra manifestazione dei cittadini nei pressi del Nervi incuranti del pericolo amianto che lo stesso, come da documentazione fotografica pubblicata su di un sito cittadino, rappresenta. Naturalmente sul fronte della richiesta di accesso agli atti fatti dal sottoscritto tutto tace per cui questa puntata termina qui.

Gioacchino Di Martino

Porto Recanati, 29 maggio 2021

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2 commenti

  1. Ario Roncitelli on

    Emerito candidato sindaco, allora C’E’ un pericolo amianto per il capannone Nervi? E allora cosa si aspetta a chiedere un intervento delle autorità sanitarie? Lei sicuramente saprà che bastano minime crepe o rotture del manufatto, che poi le fibre si spargono ovunque le porti il vento. Allora se le cose stanno così, creando un forte pericolo per la salute pubblica di tutti, anche di quelli che stanno in paese, perchè non si agisce di conseguenza, anzichè baloccarsi in polemicuzze da bar ad uso elettorale e nostalgiche manifestazioni da vecchi sessantottini con l’artrosi? C’è un assessore ai lavori pubblici? C’è un sindaco cui chiedere ufficialmente conto di ciò e al quale sollecitare interventi di bonifica?
    Sveglia! O l’esposto alle autorità (Prefetto, assessore regionale, direttore generale Asur, NOE dei carabinieri ecc.) debbo farlo io?

  2. Recanati ha una amministrazione comunale di orientamento politico diverso da quello di Porto Recanati ma sulla ritrosia a concedere l’accesso agli atti a chi ne faccia richiesta sembra che siano sulla stessa linea, il silenzio a oltranza?

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