Mario Pinelli

Con riferimento alla vicenda di cui all’articolo comparso su Radioerre.it in data 16.04 u.s. dal titolo “Porto Recanati: a caccia … di poltroncine” , reputo opportuna, per non dire doverosa, una sintetica replica, a tutela soprattutto della Amministrazione Comunale da me difesa avanti il Consiglio di Stato in Roma.

Il sig. Paolo Verolini aveva a suo tempo (1997) chiesto che il Comune fosse stato condannato alla restituzione delle poltroncine da egli concesse in comodato d’uso ed installate nel Cinema Kursaal ovvero al pagamento della somma di L. 414.000.000 quale controvalore delle stesse e, in via subordinata, al risarcimento del danno da inadempimento contrattuale pari a L. 41.400.000; entrambe le ridette domande patrimoniali sono state rigettate nel 2006 dal Tribunale Civile di Macerata con sentenza passata in giudicato: non era né è quindi possibile riproporre simili richieste in sede di giudizio di ottemperanza alla suddetta sentenza del Tribunale  né avanti il TAR Marche né col successivo appello avanti il Consiglio di Stato, men che meno nel giudizio di reclamo che il Verolini medesimo ha incardinato nel 2020 essendo rimasto insoddisfatto della valutazione fatta dal tecnico incaricato dal Prefetto di Ancona – quale commissario ad acta nominato dallo stesso Consiglio di Stato con sentenza del 2016 – proprio per determinare il valore restitutorio delle poltroncine (da calcolarsi con riferimento al momento della chiesta restituzione) in quanto divenute nel frattempo irreperibili.

Il ridetto tecnico, infatti, ha potuto appurare che le succitate poltroncine, sin dal momento in cui il Verolini le aveva concesse in comodato d’uso al Comune di Porto Recanati, non erano conformi alla normativa in materia di prevenzione incendi nei locali di pubblico spettacolo, operativa sin dal 1984/5, dunque, non potevano più essere utilizzate e dovevano considerarsi solo come materiale di rifiuto. Inoltre, anche ove fossero state ritrovate, non sarebbe risultato possibile, men che meno economico, un adeguamento delle stesse essendo ormai vetuste e logore a causa dell’uso prolungato sin dal 1978, quindi sostanzialmente irrecuperabili.

Sulla base di tali oggettive premesse, derivanti da precise disposizioni di legge, il tecnico aveva ritenuto che l’unico modo per valorizzare in qualche modo le poltroncine in parola era quello di considerarle oggetti di arredamento (ancorché non ‘vintage’ e neppure rare a trovarsi, dato che in conseguenza delle precitate diposizioni di legge migliaia di sale cinematografiche italiane avevano dovuto sostituire e smaltire quelle non più a norma), determinandone l’ipotetico prezzo e computando, nel contempo, anche i costi di stoccaggio, movimentazione e smaltimento di quelle non vendibili: su tali basi aveva operato una stima pari a complessivi € 2.000,00 somma che il Comune ha messo a disposizione del sig. Verolini sin dal luglio dell’anno 2020 con ciò adempiendo perfettamente ai propri obblighi.

Resta pertanto da attendere la pronuncia che verrà emessa dal Consiglio di Stato a definizione del reclamo proposto dal sig. Verolini, il cui vaglio dovrebbe avere ad oggetto solo le modalità di individuazione del tecnico stimatore e le risultanze del suo operato, senza alcuno spazio per questioni risarcitorie, già coperte dal giudicato civile.

La relativa discussione, già fissata al 18.03 u.s., è stata rinviata, su richiesta del ricorrente, alla pubblica udienza dell’11.11.p.v.

Così Verolini aveva dovuto fare un giudizio di ottemperanza al tribunale amministrativo, così era stato nominato un commissario ad acta per dare un valore a queste poltroncine e pagare quella cifra all’ex gestore della sala. Il tecnico incaricato ha stimato il valore di quelle sedute, che risalivano al 1979, non più idonee in base a varie norme della sicurezza tra cui, soprattutto, quella antincendio.

“Non si potrebbero più usare in un locale – spiega l’avvocato Mario Pinelli –, ma al massimo venderle come arredamento, difficilmente tutte e 900. Così tutto il lotto è stato stimato con un valore di 2mila euro. Ad agosto scorso, il Comune ha poi preparato la determina per saldare il conto, ma Verolini ha fatto il reclamo al Consiglio di Stato, che sarà trattato a novembre. I soldi, se vogliono, sono già a sua disposizione, ma non può chiedere di più della cifra indicata dal commissario ad acta per poltroncine che erano fuori legge anche all’inizio della causa – conclude Pinelli –, e che ormai comunque sarebbero inservibili”.

 

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