Come gruppo vogliamo segnalare una situazione ormai diventata incresciosa ed intollerabile, riguardante il Poliambulatorio medico posto in Piazza del Borgo n. 12, al primo piano.

Durante gli orari di apertura degli ambulatori, la sala d’attesa del primo piano del palazzo si affolla di gente, che permane anche diverse ore in attesa di recarsi dal proprio medico, o che sosta temporaneamente in attesa del ritiro di una ricetta medica. Quando la sala d’attesa in questione è piena, capita anche che le persone sostino nel pianerottolo adiacente. L’afflusso è notevolmente aumentato durante questi ultimi giorni, in quanto è stato assegnato anche ai medici di famiglia il compito di effettuare vaccini anticoronavirus a domicilio, e quindi devono assentarsi per lo scopo. Di conseguenza, il numero di persone che deve recarsi dal medico si concentra in alcuni momenti della settimana.

Si denota quindi un grave assembramento di persone, tra cui anziani, bambini e persone malate, con grosso rischio di contagio !! Aprire le portefinestre presenti non è sufficiente per il ricambio d’aria, e durante giornate fredde e/o piovose è abbastanza chiaro che non sia facile tenerle aperte per troppo tempo.

In un momento dove lo scopo è diminuire il più possibile il numero di contagi, in un Comune dove son state fatte sanzioni ad invalidi che prendevano in solitaria un caffè al bar, dove si è invitato alcuni negozi alla chiusura, dove ci si lamenta spesso di troppa gente a spasso la domenica all’aria aperta …. ci sembra davvero un controsenso.
Sappiamo benissimo che la competenza diretta della gestione di tali strutture è dell’ASUR, ma la competenza della vigilanza, invece, a chi spetta? Non è il Sindaco di Porto Recanati la massima autorità competente in maniera sanitaria a livello comunale ? Non è il Sindaco di Porto Recanati, a capo del servizio di vigilanza ? Non è il Sindaco di Porto Recanati, tenuto ad evidenziare problematiche di questo genere, a chi di competenza gerarchicamente sopra di lui ? Non è il Sindaco di Porto Recanati, che deve interessarsi della salute della sua collettività ?

Nel nostro programma, presentato per le elezioni del 2016 (quindi ancor prima del subentrare della pandemia), avevamo già indicato questa problematica tra alcune delle questioni da evidenziare e cercare di risolvere. Seppur non di diretta competenza (come già indicato sopra), ma con l’interessamento. Chiedendo, sollecitando ed insistendo. Perchè è urgente trovare una soluzione, di interesse collettivo. Proponiamo ad esempio di valutare l’installazione di un apparato elettronico che rilascia numeri di attesa (come avviene in quasi tutte le strutture pubbliche evolute
ormai) o assegnare il compito di “portineria” ad una persona. Nel locale già in origine era stata inserita una “guardiola” all’ingresso, ancora presente, che sicuramente aveva quello scopo. Oppure, in alternativa, attivare un sistema di prenotazione /appuntamenti.

Attualmente molta gente è senza lavoro e reddito, o prende il reddito di cittadinanza e sta aspettando il reinserimento nel mondo lavorativo, e crediamo che sarebbe ben contenta di mettersi nuovamente all’opera, e di farlo al servizio della comunità.

Invitiamo pertanto il Sindaco ad interessarsi della questione e a sollecitare urgentemente chi di competenza. Perchè in fondo… andiamo dai medici per curarci, e non per ammalarci.

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1 commento

  1. Ario Roncitelli on

    C’è una punta di mentalità poliziesca e una buona dose di demagogia elettorale in tutto ciò. La pandemia in corso ha evidenziato tanti limiti del servizio sanitario pubblico, tra i quali c’è appunto quello degli ambulatori, spesso confinati in locali inadeguati da ogni punto di vista. Un ambulatorio è un costo e il tradizionale “braccino corto” della categoria dei sanitari fa in modo che il cittadino-paziente abbia una considerazione vicina allo zero.
    La questione non sta nei controlli successivi, quanto nei parametri precedenti. Un’organizzazione seria dovrebbe stabilire per questo tipo particolare di attività misure minime e inderogabili degli spazi, dall’ambulatorio vero e proprio alla sala d’attesa all’accesso.
    Il resto è solo propaganda.

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