Dopo la fase squallida delle trattative per il reclutamento dei cosiddetti responsabili per tenere a galla Conte, la scelta del Presidente della Repubblica di dare l’incarico a Draghi ha rivoluzionato lo scenario politico ed ha creato una grande speranza per l’Italia.

La decisione di Mattarella è stato un colpo di genio da grande statista.

Su Draghi conviene essere molto prudenti e perfino preoccupati per i troppi giuramenti di fedeltà di schiere di ipocriti che, fino a ieri, hanno tramato per pugnalarlo alle spalle.

Il prestigio a livello internazionale di Draghi è troppo alto e non è il caso di soffermarsi su questo aspetto.

Ci limitiamo a riportare i giudizi della Presidente della Corte di Europa, Ursula Von Der Leyen e della Presidente della BCE Christine La Garde che hanno detto: “Draghi ha la competenza, il coraggio e l’umiltà per rilanciare l’economia italiana con il sostegno dell’Europa. Oro per l’Italia, oro per l’Europa”.

Il primo effetto Draghi è stato l’uragano che ha sconvolto lo scenario politico. Siamo di fronte ad un processo di trasformazione e profonda evoluzione, sorprendente e del tutto imprevedibile di tutti i principali partiti e di tanti grandi protagonisti di questa stagione politica.

Inaspettata, ma importantissima, la scelta di Conte che ha dato il pieno appoggio a Draghi, influenzando

pesantemente tutti i partiti della sua vecchia maggioranza.

Molto responsabile e coraggioso il giudizio di Di Maio, che ha dichiarato: “Il Movimento sceglie la strada del coraggio e si schiera con Draghi”.

Il Partito Democratico, liberatosi dall’incantesimo “0 Conte o morte”, sia pure con la solita lentezza del partito della responsabilità, ha accolto l’appello di Draghi per creare un futuro migliore per l’Italia.

Sincero, motivato e totale il sostegno del PSI, di Calenda, di Renzi, di Emma Bonino e dei Radicali e delle minoranze linguistiche.

Scontata l’adesione dei cosiddetti Europeisti.

Coerente con la posizione del Partito Popolare Europero, l’adesione di Forza Italia, che si è subito schierata con Draghi.

Lascia sbalorditi la metamorfosi di Salvini. Irriconoscibile quando sceglie di mettersi a disposizione di un nuovo governo, senza condizioni e senza veti.

La scelta del Capo della Lega può avere conseguenze imprevedibili che non possono essere sottovalutate se si riesce a capire che la conversione di Salvini destabilizza la destra e provoca uno strappo con la Meloni.

Nessuna illusione dunque, ma la massima attenzione.

Va riconosciuto un altro merito a Draghi e cioè il merito di aver smascherato alcuni personaggi che, nei periodi di decadenza, riescono ad imporsi come protagonisti della vita pubblica.

La prima è la Meloni: si è sempre lamentata perché Conte ha sempre rifiutato il dialogo e la collaborazione con il suo partito e con tutta la destra.

Ora però che Draghi ha lanciato un appello a tutte le forze responsabili per dare un aiuto e per salvare la Patria, la Meloni ha scelto il ruolo del disertore. Attenzione, la Meloni è quella che votato la fiducia a Monti.

Bellissima la figura di Travaglio!

Travaglio, l’illusionista, ha sentenziato qualche giorno fa: “tutti stanno a parlare di Draghi ma basterebbe contattarlo per sapere che Draghi non è disponibile, ma tutti continuano a parlare del nulla”. Ora Draghi ha accettato l’incarico e ha dimostrato che il nulla è proprio Travaglio, l’illusionista.

Chiudo con Di Battista.

Qualche giorno fa, appena si è parlato di Draghi, è esploso: “non sono disposto a parlare con Dracula. Se i Cinque Stelle scelgono questa strada, io ho una sola parola: arrivederci”. Dopo la carnevalata del voto sulla piattaforma Rousseau, Di Battista torna sulla scena: “la mia strada, ormai, è fuori dai Cinque Stelle”. Finalmente trova il coraggio di uscire dal Movimento, forse seguendo Gian Luigi Paragone? Magari, ma non ci credo.

Sono convinto, invece, che Di Battisa, in arte Dibba, resti dove sta perché la vigliaccheria e la falsità in politica pagano. Dibba non esce dal Movimento e resta per un principio morale superiore: quello di essere eletto alle prossime elezioni.

Forse mi sbaglio, ma se mi sbagliassi, sarei contentissimo.
Aw. Piergiorgio Moretti

Share.

Radio Erre - La Radio che parla e fa parlare | Società Cooperativa Chiostro S. Agostino, 2 62019 Recanati | MC C.F-P.IVA 00351460431 | Tel: 0717574429 | E-mail: radioerre@radioerre.net | PEC: radioerre@pec.it

12 commenti

  1. Gianni Bonfili on

    Per come era messo il quadro politico,tutti contro tutti anche all’interno dei singoli partiti,era a sola scelta per tentare di non affondare in un mare in tempesta a forza dieci.Le stesse elezioni con una mortale pausa di ogni attività governativa non potevano garantire uno sblocco.Inoltre mi pare un pochino azzardato considerare in partenza Draghi difensore d’ufficio del capitale,è un valido economista della scuola di Federico Caffè,il cui pensiero non farebbe male conoscere,per esprimere riserve così nette.Adesso,conoscendo il modo di fare dei nostri politici,c’è da sperare che il sostegno al nuovo Governo non sia a corrente alternata e isterico.La partita è molto difficile,l’Europa,che si è aperta,ci guarda,non dobbiamo spingerla a voltarci le spalle,perchè sarebbe la nostra fine certa.

    • Bellorofonte on

      Non è affatto vero. Quale fine certa? L’ Europa ci difenderà dal socialismo. Lo ha fatto con Craxi, con Berlusconi, lo farà anche con questo. Lo spred parla chiaro.

  2. L’analisi su Giorgia Meloni é paradossale. Fratelli d’Italia non nega l’aiuto su provvedimenti che siano effettivamente utili al Paese ma si rifiuta di partecipare all’ammucchiata con un senso dell’onore sulla parola data agli elettori che chiaramente destabilizza che normalmente dice una cosa e poi ne fa un’altra.
    Per ultimo: la Meloni votò la fiducia a Monti, é vero, lo fece, come disse allora, per “disciplina di partito” ma subito dopo fece la scissione in dissenso.
    Comunque divertente il nostro avvocato Moretti: “ Sono convinto, invece, che Di Battisa, in arte Dibba, resti dove sta perché la vigliaccheria e la falsità in politica pagano” però se invece qualcuno mantiene la parola data agli elettori é un “disertore”… faccia pace col cervello!

    • Gianni Bonfili on

      Però se tutti facessero come la Meloni,cosa dignitosa come è l’opposizione costruttiva ma pure comoda,avremmo un Governo alla carta da insediare giorno per giorno.Se c’era,come c’era,la necessità di salvare la baracca bisognava accollarsi tutto il sacco comportante provvedimenti per niente agevoli e con alto rischio di sbagliare .

      • Per cui i provvedimenti saranno neutri perché mi piacerebbe capire cosa possa accumunare Leu e Lega o Renzi e Grillo. E i provvedimenti neutri sono inutili, sempre.

  3. Caro Piergiorgio con questo nuovo governo non è cambiato proprio niente se non accontentare qualcuno.
    E’ ridicolo che sia rimasto un ministro come speranza dopo tutti i danni che ha combinato e che bel 9 rappresentanti delle 5 palle siano ancora lì.
    L’unica da rispettare in questa circostanza è stata la Meloni che è rimasta delle sue idee dando un segnale chiario e forte ai suoi elettori dimostrando che possono avere fiducia in lei, tutti gli altri un branco di pagliacci

  4. Staremo a vedere, ma non mi aspetto niente di buono da Draghi, non capisco tutto questo entusiasmo per Draghi come fu ai tempi di Monti che poi è stato solo lacrime e sangue, mi sembra di rivedere quel vecchio film…

  5. Sarebbe bene chiedersi come mai i piccoli partitini crescono come fu per la Lega, Fratelli d’Italia e mi risulta anche il neonato partitino di Gianluigi Paragone “ITALEXIT”,
    dai sondaggi sta ottenendo enormi consensi, mentre i grandi partiti decrescono, subiscono scissioni nel loro interno, vedi Forza Italia, PD, M5S, fateci caso.
    È rimasto solo Draghi come ultimo baluardo dell’europeismo, vedremo se saprà imporsi in Europa, costruire per gli italiani qualcosa di concreto, regole nuove, oppure fallirà come i suoi predecessori che hanno subito i diktat dalla Germania con tutte le conseguenti sofferenze per gli italiani.

  6. Tutti sappiamo che dopo messianiche attese il governo Monti non fu all’altezza del compito, peraltro arduo, che gli era stato affidato. Anche per il governo Draghi non c’è da aspettarsi troppo ma è sempre meglio di un Conte ter con un gruppo di responsabili raccogliticci. Intanto un dato positivo c’è, Draghi parla molto poco e non è sui social.

  7. Già dall’intervento di Draghi al Senato per chiedere la fiducia al suo governo,
    due vocaboli non mi sono affatto piaciuti “irreversibilità dell’euro”.

Lascia un Commento

Exit mobile version