La strage nelle residenze per anziani della nostra provincia continua con un’escalation inaccettabile.
I dati dei contagiati e dei decessi, nonostante le ripetute richieste da parte delle organizzazioni
sindacali dei pensionati, ad oggi non sono mai stati ancora forniti.
Siamo tuttora costretti a tenere una contabilità della situazione degli ospiti contattando direttamente
le residenze e le case di riposo e facendo riferimento alle notizie giornalistiche:
Dopo Villa Cozza di Macerata con 50 ospiti contagiati si sono succedute le residenze di Maestà di
Urbisaglia con 47 ospiti di Loro Piceno e Mogliano positivi, di Tolentino con 80 ospiti positivi, di
S. Severino con 61 ospiti positivi, di di Sarnano con 6 ospiti positivi, di Urbisaglia con 26 ospiti
positivi, fino ad arrivare in questi ultimi giorni alla residenza di Porto Recanati con 18 ospiti
positivi, 7 dei quali deceduti e alla residenza di Esanatoglia con 52 ospiti positivi, 8 dei quali
deceduti. Dati naturalmenete in evoluzione.
Tutto ciò avviene con moltissimi operatori sociosanitari ed infermieri infettati ed altri ancora,
costretti in quarantena.
Dopo giorni drammatici in cui non si riusciva a garantire nemmeno il minimo di assistenza e dopo
gli appelli accorati dei sindaci, sono in alcune realtà arrivati alcuni medici ed infermieri delle Forze
Armate, ed aspettando loro nel frattempo, nessuna riorganizzazione o riprogrammazione nessun
altro tipo di intervento.
Fino a l’altro ieri ad Esanatoglia con 18 operatori contagiati non era arrivato nessun sostegno in
termini di personale.
Le Organizzazioni Sindacali Unitarie Pensionati della Provincia di Macerata esprimono tutta la loro
preoccupazione ed indignazione per questa mancata azione di rafforzamento dell’assistenza
territoriale e del mancato sostegno tempestivo per far fronte alle insostenibili condizioni in cui
vengono a trovarsi gli ospiti e gli stessi operatori delle residenze per anziani, che sempre più invece
ne abbisognano.
“Non basta la presenza delle USCA e l’arrivo dei pochi medici ed infermieri militari che null’altro
possono oltre al loro mirabile lavoro ed impegno”.
Come già fatto nella fase precedente della pandemia, chiederemo di nuovo incontri: con la direzione
dell’Area Vasta 3, i direttori di Distretto Sanitario, quelli di Ambito Territoriale Sociale e del
Dipartimento di prevenzione, con i Sindaci, con il Prefetto per sollecitare e supportare azioni forti
d’intervento a carattere organizzativo che riguardino le strutture, il personale e gli ospiti, ed ancora,
di nuovo, per conoscere i dati ufficiali della situazione facendo in modo concretatamene di tutelare
la salute degli anziani e del personale.
Questa condizione ostinata di attesa ad ogni dramma che si concretizza deve immediatamente
smettere, è inammissibile che essa non evolva in azioni di tipo sanitario ed assistenziale che fanno
capo alla Sanità, per prima, insieme alla politica poi con i suoi strumenti e risorse a disposizione,
che hanno il compito e la responsabilità nonché il dovere di mettere in sicurezza ed in condizione di
operare ed osteggiare veramente il susseguirsi di queste sciagure.

Siamo vicini alle amministrazioni locali che vedono esplodere queste situazioni nei propri comuni e
territori dovendo spesso rimanere quasi inermi e privi di possibilità d’intervento; non è facile
alleviare il loro sconforto di fronte a tali scenari.

Come sindacato pensionati, non possiamo più tollerare che circa un terzo dei decessi di questa
pandemia sia da attribuire agli anziani ospiti nelle residenze.

 

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