Italo Servi è morto oggi di COVID-19. Era conosciuto a Recanati come l’ultimo componente della famiglia ebrea Servi che condivise con il generale Terenzio Morena un’abitazione in Via Moroncini durante gli anni 40 nel pieno delle leggi razziali. Morena è il diretto testimone della vita di questa famiglia, protetta non solo dal padre ma da tutta la cittadinanza recanatese. I rapporti durarono anche dopo la guerra con contatti che poi a mano a mano si attenuarono finché Valentino Grassetti, il figlio di un loro amico, andò in America a trovare Italo nella casa di riposo a Winchester nel Massachusetts, dove risiedeva. Dopo quella visita arrivò a Morena una lettera datata 3 agosto del 2001, dove Italo scriveva: “Sono passati decenni da quando fummo a Recanati in un periodo burrascoso della nostra vita, per fortuna terminata felicemente grazie ai molti che ci hanno offerto rifugio, aiuto e amicizia nella vostra ospitale città”.

Se i recanatesi hanno fatto loro del bene, anche la famiglia ha corrisposto: ad esempio all’arrivo degli alleati, conoscendo le lingue, hanno cercato di aiutare ad organizzare la logistica recanatese.

Il figli Ronald, Leslie e Devorah lo ricordano con la seguente lettera:

“Italo “Al” Salomone Servi è morto in casa il 2 gennaio 2021 a Lincoln Massachusetts a causa di complicazioni da COVID-19. Al aveva 98 anni. Nato il 3 ottobre 1922 a Gallarate, in Italia, Al era l’ultimo di sei figli di Aldo e Amelia Servi. La famiglia di Al può essere fatta risalire al diciottesimo secolo in una piccola città dell’Italia centrale chiamata Pitigliano. Pitigliano è conosciuta come “La Piccola Gerusalemme” perché è stato uno dei centri italiani per la cultura ebraica e ha dato i natali a leader ebrei eccezionali.
Al ha avuto un’infanzia tipica, inclusa un Bar Mitzvah all’età di 14 anni durante lo Yom Kippur nella sinagoga di Pitigliano, costruita nel 1598. Questo evento festivo è stato commemorato dalla famosa fotografia di Aldolfo Denci della Comunità Ebraica. Nel 1938, quando le leggi razziali furono emanate dal regime fascista, ad Al fu proibito per legge di frequentare le scuole pubbliche. Poté tuttavia continuare la sua formazione in un liceo organizzato frettolosamente dalla Comunità ebraica di Milano e fu tenuto da illustri professori universitari ebrei a cui era vietato insegnare in tutte le altre istituzioni.
Con la caduta del regime fascista nell’aprile 1942 e la firma dell’armistizio da parte dell’Italia l’8 settembre, iniziarono le deportazioni tedesche degli ebrei. Per questo motivo, la famiglia di Al si è trasferita a Recanati, in Italia, dove si sono presentati come rifugiati dai bombardamenti di Milano. La famiglia si nascondeva all’aperto, in ambienti molto angusti, aiutata dai recanatesi. La città alla fine fu liberata dalle forze alleate il 1 luglio 1944 e la loro vita tornò lentamente a una nuova normalità. Successivamente viene ammesso all’Università degli Studi di Milano dove si laurea nell’autunno del 1946 in Chimica Industriale. Emigrò negli Stati Uniti il ​​17 luglio 1947 per studiare al Massachusetts Institute of Technology. Al ha conseguito un dottorato di ricerca nel campo emergente della metallurgia nel 1950 e ha avuto una lunga carriera di successo lavorando nella ricerca applicata.
Nell’autunno del 1948 incontrò l’amore della sua vita, Caroline Bordetsky, all’Harvard Hillel House. Si sono sposati il ​​25 agosto 1950. Al e Caroline hanno avuto una vita meravigliosa insieme per 63 anni fino a quando Caroline lo ha preceduto nella morte il 20 aprile 2014. Ad essi sopravvivono i loro tre amorevoli figli, Ronald Joel Servi (moglie Su Lehmann) di Scottsdale in Arizona , Leslie David Servi (moglie Susan Peltz) di Lincoln Massachusetts, Devorah Gloria Servi di Los Angeles California, quattro nipoti (Jennifer Servi-Roberts, Alison Servi, Amelia Servi, Joseph Servi) e tre pronipoti (Isabelle Roberts, Sophia Roberts, Zachary Yavorsky).
Nel 1976, in una lettera ai suoi figli, Al scrisse che “L’istituzione della propria stirpe e le sue profonde fondamenta è un modo per cercare ciò che va oltre la propria vita. Voglio sapere se la mia vita è fine a se stessa o se c’è qualcosa al di là della mia vita che ha un significato. ” Certamente un significato c’è papà.”

A loro le più sentite condoglianze.

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2 commenti

  1. Che onore. Recanati ha contribuito alla vita di questa famiglia altrimenti sterminata dai nazifascisti. Un grande onore.
    Con orgoglio. Condoglianze.

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