Lo scorso 9 gennaio un Frecciargento, proveniente da Taranto e diretto a Milano, ha investito alla stazione di Loreto  il 16enne Mattia Perini, studente dell’alberghiero «Einstein-Nebbia».

Per iniziativa di papà Giordano e grazie alla collaborazione di tanti amici di Mattia, è nata l’associazione che porta il suo nome, «Il principe Mattia Perini».

La famiglia di Mattia cerca ancora la verità su quell’incidente avvenuto mentre il loro figlio stava attendendo il treno.

Ne abbiamo parlato in questa intervista con Giordano Perini

 

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7 commenti

  1. Goffredo Natalucci on

    Troppe stranezze. Possibile che un avvocato non riesca ad ottenere gli atti dell’indagine, a iniziare dalle immagini delle telecamere di sorveglianza? Poi anche certe osservazioni non appaiono serene come doveroso: la responsabilità della scuola, quella del Comune, quella delle Ferrovie per l’assenza di “ostacoli” all’attraversamento dei binari nonostante i numerosi avvisi scritti ovunque (poi come fai a salire sul treno?), addirittura quella del macchinista del treno.
    La memoria di una persona avrebbe bisogno di più acortezza.

  2. Prendo parola perchè da docente dell’istituto alberghiero di Loreto, so come sono andate le cose. Oltretutto le telecamere hanno ripreso la scena, dalla quale si evince con chiarezza la dinamica dell’incidente: Mattia ha attraversato i binari in superficie con cellulare in mano e cuffie alle orecchie. Per questo non ha sentito in tempo il treno in corsa ed è stato travolto. Alla famiglia si possono, anzi, si devono porre, le condoglianze per una perdita così improvvisa e dolorosa: quella di un figlio. Ma bisogna rassegnarsi alla realtà: Mattia ha sbagliato. Ha pagato certo troppo caro il suo errore, ma cercare responsabilità di terzi, in un caso del genere, è impossibile. Nessuno lo spinto e tutti i compagni che hanno veduto la scena hanno fornito la stessa identica descrizione. Capisco il dolore. Capisco il dramma e la non rassegnazione di chi perde un figlio. Ma i fatti sono andati così.

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