Il 4 Novembre 2020 il Direttore Generale dell’Ufficio scolastico generale delle Marche, ha inviato una lettera agli studenti marchigiani. Nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il tentativo dello scrivente era quello di commemorare i ragazzi morti durante la Prima guerra mondiale attraverso un’inappropriata propaganda fascista perseguita con una retorica becera e citando frasi del dittatore Mussolini.

Sembra, invece che si è voluta sotto intendere un’improbabile chiamata alle armi rivolta ai nostri ragazzi, i quali secondo il Direttore dovrebbero avere il coraggio di essere “PRESENTE” e di mettere in conto, proprio come hanno fatto quei soldati e tutti i soldati inviati in territori di guerra, di poter morire per la Patria.

È il concetto di Patria configurato con questa retorica ad essere il nucleo di un messaggio sbagliato, diseducativo e frustante lanciato come una bomba contro gli alunni marchigiani. Il concetto di patria non è legato a nozioni astratte o a schemi di pensiero, piuttosto esso rappresenta il legame fisico tra i luoghi e gli uomini che li abitano.

Sono i luoghi di nascita e di crescita dell’individuo in termini fisici, psichici, culturali e sociali, dello studio e del lavoro, i luoghi dell’emancipazione di genere e dell’incontro interculturale e intergenerazionale, sono i luoghi dell’abitare che determinano e rafforzano il legame tra uomo e Patria. Questi luoghi rappresentano la nostra quotidianità, i nostri modi di essere, i nostri modi di vivere.

E se stai morendo per la Patria, magari lontano da casa, imbracciando un fucile e dovendo decidere che per vivere devi sparare ad un altro uomo come te, significa che la patria ti ha tradito. Significa che il delicato ingranaggio della pace si è inceppato. Per questo l’Italia e l’Europa sono unite nel promuovere processi di pace nel mondo.

Ricordo che la guerra del 1914 fu definita per primo da Papa Benedetto XV “un’inutile strage”.

Tutte le guerre sono inutili tragedie dove i giovani non danno un senso alla loro vita ma la perdono brutalmente. Per questo in ogni nazione si aspetta speranzosi la fine di una guerra e mai l’inizio. Per questo l’Italia “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”.

Agli studenti marchigiani rivolgo l’invito a impegnarsi per creare l’Italia del domani, un’Italia migliore. Investite nella conoscenza, nel sapere, siate orientati al pluralismo e al confronto, siate inclusivi. Dovrete farlo perché ci saranno persone che tenteranno di evocare i tempi più bui del nostro Paese, quei tempi in cui il legame tra uomo e patria si è spezzato.

PER LA PATRIA SI DEVE VIVERE NON MORIRE.

Alessandro Palestrini – PD Porto Recanati

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1 commento

  1. Ario Roncitelli on

    Per la Patria si deve fare il proprio dovere civico in ogni occasione, in ogni sede, in ogni luogo, con qualsiasi responsabilità, prendendo atto della realtà e lasciando le utopie ai pochi che le coltivano.

    P.S. – Qualche “ripassata” scolastica alla storia del tempo cui si ricollegava il direttore Felisetti, forse aiuterebbe a comprendere meglio il significato e la finalità di certe parole. Perchè del vecchio “senno del poi” son piene le fosse e la propaganda!

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