Vista la risonanza del comunicato stampa dei giorni scorsi sul tema “telecamere, ci é sembrato opportuno spiegare nel dettaglio la nostra idea sul tema sicurezza, cosa abbiamo fatto negli anni e come continuiamo a lavorare per portarla avanti. È una visione che va oltre i luoghi del Centro Culturale, che coinvolge il quartiere e può interessare l’intera città di Recanati.

Ha avuto grande diffusione il nostro articolo (https://centrofontisanlorenzo.it/it_IT/il-quartiere-educante-e-vera-sicurezza-non-le-telecamere/) in cui spieghiamo che la videosorveglianza è un modello di sicurezza che non risponde ai problemi e che va in contrasto con una proposta educativa, soprattutto nel quartiere di Fonti San Lorenzo. Siamo felici che tanti ci abbiano condiviso.
Eppure, qualcuno ci ha chiesto: quale sarebbe il vostro modello “educativo”? e voi, cosa fareste per la sicurezza?
Proviamo a elencare tutte le cose che mettiamo in campo da anni e che realizziamo ogni giorno. Non idee a caso, ma pezzetti di un puzzle che illumina il quartiere di Fonti San Lorenzo, aumenta la partecipazione, infonde fiducia anche nei più piccoli.

La routine, quello che “dobbiamo fare” e “facciamo con piacere”.

1. Apriamo uno spazio sociale ed educativo che accoglie bambini, ragazzi, famiglie e anziani per 6 giorni alla settimana, minimo 4 ore al giorno. Significa che esiste un luogo curato e relazionale, che evita di far stare le persone in strada o al supermercato.

2. Ci prendiamo cura di un parco di 5000 mq, che 30 anni fa (quando è stato “liberato”) era in preda all’abbandono. Per questo abbiamo un parco in cui l’erba cresce, in cui non ci sono vetri rotti o aree di pericolo. Anzi, in cui ogni bambino trova un orto, alberi in cui arrampicarsi, casette dentro le piante, giochi di ogni tipo.

3. Facciamo manutenzione dei giochi, di quello stesso parco. Manutenzione ordinaria (che “dobbiamo fare”) ma a volte anche straordinaria. Per questo i giochi non sono rotti e i bambini camminano scalzi senza alcun problema.

Le cose “Super”, che rendono vivo il quartiere.
1. Facciamo continuamente eventi pubblici, che portano luce e rendono vivo un quartiere periferico privo di altri centri di interesse.

2. Per la stessa ragione, facciamo attività quotidiana con bambini e ragazzi diffusa in tutto il quartiere: i gruppi vanno in giro, scoprono zone nuove, salutano e conoscono gli anziani dei palazzi. Questo aumenta la fiducia, riduce la paura nei bambini, favorisce la circolazione di persone.

3. Nel parco di Fonti San Lorenzo si applica il controllo diffuso tra genitori: gli educatori sensibilizzano gli adulti a guardare e curarsi anche dei bambini che non sono loro. In questo modo, i bambini si muovono in autonomia tra gli ambienti, e tutti sanno che anche dall’altra parte del parco i figli non sono abbandonati o soli.

4. Abbiamo ampliato gli orari di apertura anche alla sera e al primo pomeriggio, per “illuminare” il quartiere con le attività sociali e culturali, promuovere una cultura alternativa a quella consumistica.

5. Dialoghiamo con tutti i soggetti del quartiere (abitanti, frequentatori costanti e occasionali, giovani di passaggio, istituzioni), interveniamo per mediare i conflitti e promuovere risoluzioni partecipate, senza criminalizzare nessuno. Questo aumenta la fiducia, fa conoscere i giovani agli abitanti e gli abitanti ai giovani, rinforza attorno alla relazione una comunità che si autoregola.

Le cose “Straordinarie”, che stanno trasformando Fonti in un “quartiere educante”.
1. Stiamo recuperando un altro parco abbandonato: Fonti Sud, in via Bettini. Un parco pieno di erbacce e immondizia è stato ripreso dai bambini, pulito e sanificato, adesso ha panchine e l’erba continuamente tagliata. Con gli abitanti del quartiere si sta co-progettando la piantumazione e la trasformazione del parco stesso, per renderlo sempre fruibile per tutti.

2. Abbiamo trasformato e recuperato uno spazio nella Scuola Media Patrizi, con il progetto Intrecci Educativi, per creare un altro luogo che aiuti i giovani a ritrovarsi, fare i compiti, sperimentare insieme. Un luogo autogestito dai giovani per i giovani: perché solo dando loro la parola e la responsabilità possiamo pensare che sappiano essere cittadini protagonisti anche nella città.

3. Da un anno abbiamo un “custode di Fonti”, il nostro Giovanni, sentinella silenziosa che segnala eventuali problemi del quartiere, malumori, lamentele. Un sostegno continuo, un punto di riferimento informale e sensibile.

4. Nei prossimi mesi attiveremo corsi di responsabilizzazione e formazione educativa (per il “quartiere educante”) anche per genitori, docenti, negozianti: ci immaginiamo un quartiere davvero a misura di persona, dove tutti sono co-responsabili di ciò che accade, valorizzano le potenzialità di tutti, si fidano anche dei bambini.

5. Sempre nei prossimi mesi, lanceremo la proposta di una riforma della mobilità urbana interna al quartiere: i tanti bambini che si muovono da soli hanno infatti problemi di sicurezza legati al traffico, alle auto che passano veloci, alle strade non pedonalizzate. Sogniamo che si crei un circuito sano di mobilità (alternativa) che privilegi i bambini e la loro sicurezza. E con ciò, protegga i cittadini e chiunque si muove nel quartiere.

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