La segreteria del Partito Democratico riunitasi questa settimana, prendendo atto della dolorosa sconfitta maturata dal centro sinistra nelle elezioni regionali del 2020 nelle Marche, nei modi e nei termini previsti dai regolamenti interni al partito, si è espressa favorevolmente nel rimettere il mandato alla Direzione Provinciale, per permettere l’avvio di un nuovo percorso, con l’obiettivo di rifondare e rinnovare profondamente e radicalmente, nelle persone e nelle modalità, il Partito Democratico provinciale.

Condividendo la recente presa di posizione del Candidato Governatore del Centro sinistra Maurizio Mangialardi, che chiede ai rappresentanti del partito un gesto di responsabilità e di non alimentare polemiche fino ai ballottaggi, la segreteria provinciale avvierà detto percorso a partire dalla settimana prossima, in concertazione con gli altri organismi regionali  e locali del PD. Per questo e solo per questo, fino ad oggi non sono stati ancora convocati gli organi dirigenti provinciali.

Si auspica pertanto che l’appello di Mangialardi venga recepito da tutti evitando iniziative di corrente ed evitando di sfruttare il negativo esito elettorale, per lacerare ulteriormente il partito. Nessuno intende sottrarsi alle responsabilità a cui il ruolo che ricopre lo conduce ma solo attraverso un’analisi lucida consapevole e unitaria si potrà intraprendere la giusta strada per un radicale cambiamento.

La segreteria auspica che, con un confronto civile e rispettoso delle regole, con il coinvolgimento di tutti, si apra una nuova costituente locale, che parta dal basso e non dai vertici, capace di dare nuova linfa vitale a tutto il movimento del centro sinistra nella provincia di Macerata al fine di arrivare ad un congresso partecipato dal quale ripartire per nuove sfide politiche ed amministrative.

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4 commenti

  1. Posso suggerire uno spunto di riflessione essendo un vostro ex elettore? Smettetela di ritenervi sempre moralmente superiori e di dare del fascista a chi è di destra.

  2. Goffredo Natalucci on

    Il PD in 25 anni di guida della Regione “ha sempre anteposto la fedeltà nella scelta degli uomini-guida: in breve un regime” (Il Sole 24 Ore, 1 ottobre 2020, pag. 22). Una verità sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere, ma nascosta a chi nei fatti è sempre stato distante dalla realtà, proprio perchè parte e motore del regime. Adesso queste proposte di rifondazione e simili appaiono patetici, specialmente perchè vengono da chi dell’intero apparato è stato costantemente un ingranaggio fondamentale. E poi che significa “partire dal basso” quando la base dei militanti, così come la platea degli elettori in tutti questi anni è stata continuamente ignorata nelle scelte politiche come in quelle amministrative?

  3. In altre parole, prima si esclude gente che gode di credito anche personale per l’operato precedentemente svolto, poi si pretende che nemmeno dopo intervenga nell’analisi della sconfitta. Questa sì che è democrazia! Ho fatto benissino a cambiare campo.

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