Il Museo delle Arti decorative di Parigi (MAD) è un museo privato, riconosciuto fin dal 1901 come servizio di pubblica utilità. Istituito nell’ala ovest del Louvre (il cosiddetto Pavillon de Marsan, che comprende anche i celebri giardini delle Tuileries) per mostrare “la realizzazione del bello”, oggi espone migliaia di oggetti e opere di collezionisti legate al design, alla moda e ai tessuti, alla pubblicità e alla grafica.
Di assoluta rilevanza è poi la vasta esposizione di gioielli, composta da oltre settemila pezzi – che spaziano tra metalli preziosi, pietre e smalti ma anche bigiotteria in materiali plastici – che testimoniano l’evoluzione delle arti orafe dal Medioevo alla contemporaneità. Dal 2015, la Galleria dei Gioielli beneficia del sostegno della “Scuola di Arti Orafe” della maison di alta gioielleria Van Cleef & Arpels, istituita nel cuore della Ville Lumière per trasmettere il suo sapere ultracentenario e dare la possibilità, sia a professionisti del settore sia a semplici appassionati, di conoscere a fondo il mondo dei preziosi.
Nel corso del 2019, per mettere maggiormente in risalto le ultime acquisizioni, la Galleria è stata sottoposta ad un ammodernamento che non ha modificato l’atmosfera originale ma solo le soluzioni utili a crearla. A tale scopo, è stato messo a punto un nuovo impianto di illuminazione con lampade a LED che ha favorito un notevole risparmio energetico, necessario in quanto il precedente sistema a fibre ottiche non poteva più essere aggiornato. Gli apparecchi a marchio iGuzzini sono stati scelti dopo una serie di test e dopo una prima prova di impiego di proiettori Palco a tensione di rete per la mostra temporanea “Tutto Ponti: Gio Ponti archi-designer”, che si è svolta presso il museo dal 19 ottobre 2018 al 5 maggio 2019.
L’impostazione generale dell’allestimento, frutto del primo intervento del 2004 di Roberto Ostinelli, è stata invece mantenuta. L’architetto-museografo svizzero desiderava infatti trasmettere ai visitatori l’impressione di entrare nella grotta di Alì Babà e aveva adottato a tale scopo un’illuminazione basata sull’uso della fibra ottica che conferiva alle collezioni un effetto sfavillante. I riflessi luminosi, impossibili da eliminare, sono stati invece sfruttati nel nuovo progetto per dar vita a dei particolari giochi di luce. All’interno di ogni teca, i gioielli sono stati infatti organizzati a seconda della posizione che occuperebbero sul corpo umano e, grazie all’effetto luminoso, il visitatore vede il gioiello direttamente riflesso su di sé, proprio come se lo stesse indossando in prima persona.
Secondo la curatrice della Galleria Évelyne Possémé, la scelta di una temperatura colore pari a 4000 K replica efficacemente la luce di un pieno giorno, mettendo così in perfetto risalto l’oro, le gemme preziose e gli smalti.
La nuova illuminazione della Galleria dei Gioielli, presentata ufficialmente al pubblico nel gennaio 2020, è stata ottenuta grazie a proiettori Palco Low Voltage di iGuzzini le cui dimensioni ridotte hanno permesso di dimensioni di “ripulire” efficacemente gli ambienti senza impattare in alcun modo sulla conservazione degli oggetti.
Il progetto illuminotecnico, curato dall’agenzia di lighting design Voyons Voir, ha dato vita a una scenografia onirica e magica. In un ambiente totalmente scuro (l’unico del museo ad essere illuminato con sola luce artificiale[1]), la preziosità di ogni pezzo viene rivelata ed esaltata da fasci di luce estremamente precisi ma di cui è difficile intuire la provenienza proprio perché frutto della miniaturizzazione degli apparecchi. I visitatori possono quindi ammirare i gioielli camminando sotto i fasci luminosi di incassi Laser Blade completamente mimetizzati nel soffitto e ad elevato comfort visivo, che rendono l’illuminazione discreta ma al contempo scenografica.
Il nuovo impianto di illuminazione rivestirà un’importanza cruciale anche ai fini della programmazione 2021-2022 del museo, che prevede due appuntamenti molto importanti: “L’Oriente di Cartier” (2021) e “Storia del gioiello e della parure” (2022).
[1] Fonte: “Sembra di entrare nella caverna di Alì Babà”, intervista rilasciata da Évelyne Possémé a Lighthinking, magazine digitale sviluppato da iGuzzini illuminazione in collaborazione con Holden Studios by Scuola Holden. Per maggiori informazioni: https://www.iguzzini.com/it/lighthinking/sembra-di-entrare-nella-caverna-di-ali-baba/.