Io sostengo che in una democrazia solida sia indispensabile un’opinione pubblica matura, consapevole, imperniata sulla libera formazione di opinioni.
Gli organismi preposti a formare l’opinione pubblica, partiti, giornali, categorie, gli stessi organi pubblici, si confrontano con condizionamenti che ne limitano il ruolo formativo dell‘opinione pubblica.
Mi sembra, perciò, sostenibile la tesi che l’unica eccezione, ancorché non assoluta, sia costituita dalle emittenti locali, come questa, frutto del progresso tecnologico, con l’inconveniente di essere territorialmente limitate, ma forse proprio per questo indenni da tanti pericoli di inquinamento.
In questa sede, perciò, vorrei veder prender corpo un diffuso dibattito sul famigerato tema, oggi quanto mai all’o.d.g., dell’AUSTERITA’, concetto assai mal interpretato, oggi a somiglianza del passato quando fu affrontato come io ben ricordo.
Austerità è senso della misura per T U T T I, G I U S T I Z I A distributiva, visione di F U T U R O che non può ignorare i limiti naturali della crescita economica.
E’ R A Z I O N A L I T A’, lucida, fredda, pienamente rispettosa dei diritti di chi verrà D O P O, che richiede un forte senso di responsabilità individuale, base dell’E T I C A.
Mi pare un tema di democrazia sostanziale, purtroppo scioccamente impopolare, senza la quale quella formale è un contentino, che consente al massimo di urlare.
Unitamente alla sollecitazione di procedere con indispensabili riforme utili al risanamento economico, in termini magari diplomaticamente sfumati è questo che ci viene richiesto dagli Organismi comunitari per erogare aiuti a fondo perduto, e si tratta di ben 82 miliardi di euro, non un caffè.
Gianni Bonfili