In questo fine settimana da Nord a Sud un popolo si alzerà in piedi per dire “No” al liberticida ddl
Zan sull’omotransfobia, ora in discussione in Parlamento.
Da Milano a Bari passando per Roma, Napoli e Firenze, cento città diranno “no” ad una legge
liberticida.
E no all’istituzione di un nuovo reato, quello di omotransfobia, appunto, che non viene definito dal
legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti
coloro che si esprimeranno pubblicamente in modo non allineato al mainstream.
In caso di approvazione del testo, sarà possibile per chi gestisce una palestra vietare, ad un uomo
che si “si sente donna”, l’ingresso nello spogliatoio delle donne? Sarà possibile per un genitore
chiedere che il figlio non partecipi ad attività scolastiche inerenti temi sensibili sulla sessualità se
sono realtà che gravitano nel mondo cosiddetto Lgbt? Sarà ancora possibile per un sacerdote
insegnare la visione cristiana del matrimonio? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica
dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alla legge sulle unioni civili? Per tutte queste
domande il ddl sull’omofobia ha una sola risposta, NO.
Ecco perché scendiamo in piazza. Per la libertà di espressione, per la libertà di educazione, per la
libertà di stampa, per la libertà di associazione, per la libertà religiosa.
Vi aspettiamo sabato 11 luglio alle ore 18:00 a LORETO, in Piazza della Madonna!
Scenderemo in piazza in silenzio, a distanza di due metri l’uno dall’altro, chi leggendo un libro e
chi con un bavaglio sulla bocca, a simboleggiare la portata liberticida di questo progetto e la volontà
di zittirci.
Non risponderemo ad alcuna provocazione poiché siamo in piazza per la libertà di tutti, anche di chi
ci contesta e non comprende la portata liberticida di questo testo.
Tutte le piazze in continuo aggiornamento su www.restiamoliberi.it

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3 commenti

  1. Anna bellelli on

    Come cambierà il codice penale?
    Agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale verranno aggiunte poche parole. L’articolo 604-bis sarà così modificato (in corsivo l’integrazione): è punito con «la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro» chi «istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere» (lettera A); è punito con «la reclusione da sei mesia quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi o fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere». Come detto, nessuna modifica è prevista nella parte in cui l’articolo 604-bis parla di «propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico». All’articolo 604-ter del codice penale , invece, sarà aggiunta una nuova circostanza aggravante: la pena è aumentata fino alla metà «per i reati punibili con pena diversa da quella dell’ergastolo commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale, religioso o fondato sull’omofobia o transfobia».
    Ma qualcuno l’ha letta la proposta di legge?

  2. Quale libertà ha avuto Alan Turing dopo essere stato condannato per indecenza? Dopo aver decifrato il codice segreto tedesco enigma durante la seconda guerra mondiale gli è stata concessa la scelta fra il carcere e la castrazione chimica. Ha scelto la terza via, il suicidio. Per restare in Italia, quale giustizia ha avuto Pasolini? Torniamo ai triangoli rosa dei campi di concentramento?

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