Qualcuno oggi ha festeggiato la sentenza del TAR Lazio che ha accolto la richiesta di 8 Comuni contro la realizzazione di un rigassificatore al largo di Porto Recanati.

Si è trattato di sancire una vittoria a tavolino visto che la controparte. la Gaz de France, da quanto dice la sentenza, non ha realizzato l’impianto entro il 2016 come previsto nè ha chiesto, a quella scadenza, la proroga autorizzativa, e da quanto apprendo dalla stampa, non si è neanche opposta al ricorso.

Festeggiare è lecito, insultare lo è di meno.

Avevo completamente archiviato l’argomento, assolutamente certa che il progetto non avrebbe più avuto motivo di realizzarsi perchè non c’era più l’interesse della società a fare il rigassificatore, nè a largo di Porto Recanati nè di Falconara, visto che con la crisi industriale del periodo compreso tra il 2012 ed il 2015, non si ravvisava più la necessità di immettere ulteriore metano nella rete nazionale.

E il Consiglio Comunale di Porto Recanati – all’epoca ero Sindaco – votò all’unanimità la contrarietà all’impianto il 18 aprile 2011.

Non dimentico niente e non mi nascondo mai dietro un dito.
Certo – ma questo è noto anche ai sassi -, personalmente, ero favorevole all’iniziativa dopo aver avuto tutte le assicurazioni possibili da parte dell’Università di Bologna – facoltà di Ingegneria/ Mineralogia e da parte di chi in quel mondo ci ha passato una vita e non poteva certo raccontarmi balle (mio marito), però la maggioranza dell’allora maggioranza era contraria (i motivi preferisco non ricordarli) ed io ne ho preso semplicemente atto, votando insieme a tutti come avevamo deciso di fare. Una testimonianza in più che sono sempre stata semplicemente una tra 12, allora come oggi.

Del rigassificatore a 36 km a largo mi interessava poco ma mi dispiacque, nell’immediato, rinunciare ai 50 posti di lavoro per portorecanatesi ed ai 5 milioni di indennizzo che dovevano essere utilizzati per iniziare il progetto “porto” inseriti nell’accordo tra il Comune e la società proponente.

Votando contro quella realizzazione, per me la questione si è chiusa sotto una pietra tombale. Non ricordavo o forse neppure sapevo che c’era un ricorso in atto. Semplicemente, non era più cosa della quale dovevamo preoccuparci.

Oggi qualcuno dice che ho preso una staggiata sui denti.

Ci sono abituata e se chi lo dice ne è soddisfatto/a sono felice di avergliene offerto l’occasione.

Però si sbaglia. Io non ho mai preso e non prendo mai le staggiate per motivi istituzionali.
In qualsiasi cosa io faccia o abbia fatto nel mio ruolo istituzionale, ho sempre messo e metto scienza, coscienza ed impegno e mai, proprio mai, personalizzo. Si possono ovviamente criticare le mie posizioni ma nessuno può pensare che esse riguardino la mia persona ma esclusivamente il ruolo pro tempore svolto che è cosa diversa dalla mia persona.

Certo che posso prendere le staggiate, le ho prese e le prenderò, io come tutti, ma solo se tradita o delusa negli affetti, nei rapporti con gli amici, nella salute, se vittima di comportamenti altrui, ma di sicuro non per una, due, mille sentenze. Meno che meno per qualcosa sepolto nel 2011. Statene certi.

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5 commenti

  1. Ario Roncitelli on

    Signora, a parte la traduzione mancata a beneficio dei non… indigeni del termine “staggiata”, non le pare un tantino curioso che si dia il via libera a un impianto industriale perchè l’azienda “promette” posti di lavoro (quali? dove? per che tipo di professionalità?) e soldi mascherati da indennizzo (a proposito: se c’è indennizzo, vuol dire che c’è un danno. O no?)?
    Non le pare che ciò possa essere interpretato come clientelismo?

  2. Ci sta che abbia tentato di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Non saranno quelli che le faranno dimenticare o cancellare.. la stangata sui denti, la scoppola, la tranvata, la sventola, la batosta o bastonata, la sua Waterloo!
    Alle prossime battaglie!

  3. Voleva barattare la salute e la sicurezza di migliaia di cittadini con 5 milioni e 50 posti di lavoro? La giustificazione peggio della causa. Poteva evitare.

  4. Credo che se avesse taciuto avrebbe fatto una figura migliore. Un rigassificatore, checché ne dicesse suo marito, è quanto di peggio si possa augurare ad una località costiera, oltre che un assurdità nell’ottica dell’urgenza dell’abbandono delle fonti fossili (che non è una novità di oggi, una persona che si dice così informata doveva esserne a conoscenza anche allora). È una gran fortuna che si sia scongiurato questo pericolo nonostante lei e spero che in futuro si possa fare ancora meglio per questo tratto di mare che ancora subisce l’operato di amministrazioni con visioni totalmente anacronistiche.

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