Giornalista pubblicista, scrittrice, organizzatrice di eventi, ufficio stampa e promotrice per artisti e autori, nonché speaker radiofonica, sceneggiatrice e blogger. Tutto questo è Daniela Merola autrice del libro “Marta, un soffio di vita”, suo romanzo d’esordio pubblicato da LFA PUBLISHER. Da questo romanzo sta scrivendo la sceneggiatura per uno spettacolo teatrale e sta collaborando con un regista per una versione in un medio metraggio.

Bentrovata Daniela, parliamo del tuo libro che tratta la storia di una donna alla ricerca del proprio equilibrio psicologico. Inizierò dalla copertina: una giovane donna cammina a fianco di un cavallo con lo sguardo rivolto a terra mentre sta riflettendo o si sta ponendo delle domande. Forse sta solo dialogando con se stessa oppure progetta qualcosa. I lunghi capelli neri le scivolano lungo le spalle, delicatamente scoperte, dalla generosa scollatura della lunga veste bianca che svolazza dolcemente per l’aria, segnando l’esile corpo. Somiglia a una sposa abbandonata che cerca conforto affettivo nell’amico animale, simbolo di forza e sensibilità, d’intelligenza, valore e bellezza, l’unico essere che sappia ascoltarla. Camminando di pari passo, leggiadri e vicini nella propria solitudine, sembrano condividere i loro pensieri. Ciò fa pensare a Marta, protagonista del romanzo, come una donna libera, selvaggia, talvolta ribelle ma molto affascinante, potente ma anche fragile. È così?

Assolutamente è così, hai focalizzato alla perfezione la natura di Marta Renzulli, donna coraggiosa ma fragile, disposta a rischiare pur di trovare la sua pace.

Marta proviene da Monteventoso, un paese che ricorda la lettera scritta da Francesco Petrarca all’amico e frate agostiniano Dionigi da Borgo S. Sepolcro, dove il poeta racconta la scalata al Monte Ventoso che diventa allegoria del proprio conflitto interiore e crisi spirituale. La scelta di chiamare il paese con questo nome è un’evocazione del poeta e la sua fatica nel raggiungere l’obiettivo?

Si, ho preso ispirazione da questa sublime lettera che Francesco Petrarca scrive all’amico Dionigi e che è contenuta nella raccolta di lettere “Familiari”, una delle più note, perché metaforicamente ho immaginato che la mia protagonista facesse anche lei una ascesa al Monte Ventoso e la scalata fosse una occasione per fare un esame della propria moralità e per affrontare il proprio conflitto interiore. Al tempo stesso occasione avvertita come una impossibilità nel raggiungere l’obiettivo che è quello di una stabilità emotiva. E ti ringrazio per averlo sottolineato perché non tutti lo hanno compreso questo particolare.

La delusione di Marta per essere stata esclusa dal testamento dei suoi genitori credo sia un passo fondamentale del romanzo, prova schiacciante di come non l’hanno accettata come figlia e la ritengono indegna della loro eredità. Cosa li ha spinti a tale azione? Quali colpe così estremamente gravi ha commesso per le quali i genitori hanno deciso di diseredarla? Quale trauma hanno subìto?

Aldo e Clementina Renzulli sono genitori all’antica, bigotti e chiusi nella loro mentalità di comportamenti consoni alla morale comune e nella loro figlia hanno riconosciuto tratti di “ribellione” e di “insofferenza” verso un paese ripiegato su se stesso. Inaccettabile per loro che hanno bollato i desideri della figlia come comportamenti da “malata di mente”. Il suo fuggire dal paese con uno “sconosciuto” ha definitivamente fatto precipitare le incomprensioni tra di loro. Da qui la decisione di diseredarla. Va detto che Clementina da ragazza ha subito quello che oggi chiamiamo mobbing dal suo datore di lavoro e l’accaduto l’ha lasciata in una profonda amarezza e frustrazione che poi lei ha riversato sulla figlia Marta.

“Marta, soffio di vita”è un titolo che mi fa pensare a qualcosa di divino, a quel “soffio” che ha generato vita a un’immagine dopo averla modellata. Come mai hai usato questa metafora così autorevole? Che cosa “crea” Marta?

Si, volevo esattamente questo titolo e il soffio di vita era essenziale per raccontare il suo percorso di vita. Il soffio è un qualcosa di impercettibile ma resistente alle tempeste, un qualcosa di magico proprio perché “sopravvive”. E Marta è modellata in questo soffio di vita, lo possiede dentro di sé e la sorregge anche inconsciamente quando lei avrà verso se stessa atteggiamenti negativi. Il soffio di vita di Marta sospinge il lettore in questa storia, esiste tra le pagine. E “crea” la personalità di questa donna, la cesella senza che neanche lei se ne renda conto.

La “FRASE CHE RACCONTA IL LIBRO” ovvero “Il passato è rinchiuso in un cassetto che non vale più la pena riaprire”,  mi ha fatto pensare ad una rinascita di Marta grazie forse al suo nuovo amore o a nuovi eventi sorprendenti. Tuttavia mi chiedo se davvero non ci sia stato qualcosa di buono da ricordare. È stato così negativo e pericoloso il passato della sua vita, tanto da rinchiuderlo in cassetto e buttare via la chiave?

Proprio per le incomprensioni che ci sono state tra Marta e i suoi genitori il passato è diventato una zavorra insopportabile di negatività, una voragine che fa precipitare Marta, ecco perché non vuole riaprire il cassetto dove è rinchiuso il passato. Lo dovrà fare invece dopo gli accadimenti del testamento. La rinascita di Marta è già in se stessa ed è racchiusa nel soffio di vita di cui parlavamo prima.

– Nikla Cingolani


Daniela Merola, napoletana, laurea in lettere moderne e master in inglese e spagnolo, giornalista, ha creato vari format e workshop che conduce sia live che online. Ha partecipato a vari concorsi letterari con tante menzioni d’onore.E’ anche formatrice e insegnare comunicazione le piace molto. Ha un blog e un canale youtube molto seguito, collabora con road tv e con altre testate giornalistiche. Ha iniziato nella comunicazione occupandosi di musica e sport, calcio e tennis in particolare. E’ anche editor per autori. Ha collaborato con tante case editrici e si è occupata di promozione di teatri ed artisti. Ha partecipato a vari concorsi letterari. Da sempre alla ricerca di idee da sviluppare ha creato molti format e molti workshop di formazione giornalistica e sull’editoria e il mondo della scrittura. Ha già pronti due nuovi romanzi che usciranno prossimamente. E’ particolarmente sensibile alle tematiche violenza sulle donne e mobbing e per le raccolte fondi a favore della ricerca contro i tumori AIRC e AIL. “Marta, un soffio di vita” è stato pubblicato l’8 febbraio 2019. Ha già pronti altri due romanzi che usciranno in inverno o primavera 2021.

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