Era la settima domenica di quarantena a causa del famigerato Covid19 e relativi DPCM annessi, ormai circa cinquanta giorni di arresti domiciliari, e la famiglia si stava preparando per organizzare l’ennesima giornata casalinga quando un evento inaspettato, un po’ mistico un po’ oscuro, si avventa nella nostra abitazione.

Come un’ombra oscura fa capolino nel cortile della nostra modesta casetta di campagna, a margine del giardino, una gatta dal pelo, o manto che sia, grigio. Chi legge si chiederà, cosa ha fatto pensare che si trattasse di una gatta e non di un gatto? L’arcano pensiero è subito spiegato, aveva una pancia che toccava a terra, o si trattava di un gatto che si era inghiottito un melone o di una gatta gravida, considerando che per i meloni ancora era presto, sicuramente era valida la seconda.

Quella figura felina all’interno della nostra proprietà non si era mai vista, tanti gli animali vagabondi, senza fissa dimora, che nell’arco dell’anno solare avevano fatto tappa nella nostra corte, ma quella gatta mai vista.

Ora, valutando lo stato di salute, l’evidente gravidanza avanzata, subito vengono in mente delle domande, chi è? Da dove viene? Cosa l’ha portata qui? Quali interessi ha qui? Perché è venuta proprio qui? Come si è ridotta in quella situazione di salute?

Beh, per le altre domande poi vedremo, per l’ultima non serviva essere esperti criminologi, investigatori acuti o dotti di vario genere, la risposta era chiara, un gatto, maschio, se l’era ingroppata……

Ok… quindi ciò era chiaro, ma la risposta all’ultima domanda non soddisfaceva le altre, quindi bisognava mettere in campo uno studio della situazione, rispolverare il pensiero da criminologo ed investigatore, per provare a tracciare un criminal profiling della gatta gravida e delle circostanze di luogo e di fatto per arrivare a delineare la situazione.

A casa nostra vivevano già tre figure feline:

  • Un gatto, maschio, dal manto pezzato grigio e bianco, probabilmente di stirpe nobile, non solo per il fatto che aveva un occhio color grigio e l’altro verde, ma sicuramente per il suo nome da nobile composto da tre parti. Mia madre lo aveva battezzato “Tiburzio”, mia moglie “Pompilio”, io “Ettore” con il soprannome di “Olindo”, per i momenti più amichevoli, da qui si chiamava “Tiburzio Pompilio Ettore” per gli amici più intimi, solo per me, “Olindo”. Ma la sua stirpe nobile non poteva essere altrimenti, infatti, se il fato lo aveva portato a casa nostra, dove si erano incontrate due stirpi sicuramente nobili, lui non poteva essere altrimenti. Infatti, io discendevo dalla conosciutissima famiglia di Accattoli, i “Griò” di Montefano, e se non era un casato nobile questo, ditemi voi, mia moglie discendeva da un altro casato nobile proveniente dalla Toscana, i Morotti, a Recanati c’è una piazzetta intestata alla famiglia “Piazzale Morotti Mazzagalli”…… le stirpi nobili quindi non si discutono.
  • Una gattina, femmina, dal manto bianco con pezzatura tricolore, una creatura dolcissima, coccolona, una trovatella che delle persone di cuore nobile, quando aveva una tenerissima età, l’avevano lanciata dalla macchina in corsa lungo la strada proprio sopra casa nostra, brave persone….. questa è Viky, piena di vita, gioiosa, ma con due piccoli handicap. La caduta violenta dalla macchina in corsa gli avrebbe procurato una sorta di problemi neurolettici che le fanno tenere la testolina leggermente ruotata a destra, poi, per opera nostra, è stata sanata, però, parlando di un animale in zona campestre contadino, forse è più appropriato castrata.

 

 

 

 

  • Un gatto, maschio, immigrato clandestino, probabilmente arrivato tramite barcone, dal manto completamente tigrato tendente al marrone. Questo, proveniente non si sa da dove, ha abusivamente occupato la legnaia, però, non essendo la mia famiglia razzista e non volendo escludere nessuno, è stata acconsentita l’occupazione del sito dove per non farci portare per bocca, lo forniamo di croccantini ed acqua. Questo gatto non è stato mai battezzato, non gli è stato mai dato un nome, era un clandestino, quindi il suo appellativo d’identificazione era semplicemente “quello tigrato”.

 

 

 

Ora, per tracciare una ricostruzione dei fatti cerchiamo di ricostruire gli eventi. “Tiburzio Pompilio Ettore” insieme a Viky trascorrono le loro giornate tra la residenza notturna, quella diurna, il cortile, il giardino ed il campo, a caccia di lucertole, topolini, simulando agguati e lotte, mentre “quello tigrato”, molto schivo e diffidente, si vede solo quando c’è calma assoluta, la mattina presto, la sera e mentre gli altri due sono a schiacciare un riposino, sicuramente tra i tre non corre buon sangue.

A “Tiburzio Pompilio Ettore”, per gli amici Olindo, e Viky non manca niente, oltre all’ampio spazio esterno, possono godere dell’intero secondo piano dell’abitazione, lo studio fotografico di mia moglie, dove hanno ciotole per cibo ed acqua, lettiera con sabbietta per i bisogni e tutto il posto e luoghi che vogliono per dormire, la residenza notturna. Durante il giorno hanno a disposizione l’intero primo piano, salotto e camere, dove hanno altre ciotole con croccantini ed acqua, cassettina per dormire, tira graffi per esercizi di stretching, la residenza diurna.

Il piano terra dell’abitazione, con annesso terrazzone antistante il piazzale e corte recintata sul lato nord-est è zona off-limits, lì vivono tre figure mitologiche che non trovano accostamento con i felini. “Bonnie” una simpaticissima Border-collie, simpaticissima quanto infida e malvagia, infatti ci chiediamo sempre cosa giri in quella “testolina malvagia”, lei è indiscussamente il capobranco. Poi abbiamo “Jake”, un Pit Bull dal manto bianco pezzato marrone, apparentemente brutale, cattivo ed aggressivo, sicuramente lo sarà pure, però tante volte ci chiediamo se ha problemi di autismo, infatti non sembra recepire tanto bene i comandi e le indicazioni umane, sì, sottomesso dalla testolina malvagia di Bonnie, però tante volte è strano. Non a caso ha diversi soprannomi, “autist”, evidente diminutivo di autistico, “tontolone”, non c’è bisogno di spiegazioni, e “Lilli”, la spiegazione per questo soprannome potrebbe sembrare derivi da Lillo, invece no, deriva dal farmaco sedativo antipsicotico “Olanzapina-Lilli”. Poi abbiamo la terza figura, “Sophie”, un pastore tedesco dal manto nero, già di per se’ poco rassicurante, ma quel manto nero sicuramente non aiuta a tranquillizzare gli animi.

Come dicevo il piano terra è zona off-limits, non possono accedere esseri viventi diversi dagli umani che la abitano o da loro ospitati, altri soggetti del regno animale no, proprio no, significherebbe morte senza processo.

Ma torniamo alla vicenda dei gatti, sempre con l’intento di dare una risposta alle famose domande sopra presentate. La vita dei felini di famiglia sembrava essere serena e priva di problemi, “Tiburzio Pompilio Ettore” e Viky con la loro serena vita di coppia e “quello tigrato” con la sua vita solitaria, un po’ raminga, apparentemente emarginato, ma tutto sommato tutti contenti e felici. Ma questa è soltanto l’apparenza. Si deve capire che la vita di coppia, in particolare da giovani, non si può basare solo sul divertimento, il mangiare, il fuggire insieme dalle tre figure mitologiche che abbaiano con la bava alla bocca, serve altro, non a tutti è sufficiente l’amore platonico, serve altro, e Viky era castrata……..

È ovvio, tanto quanto comprensivo, che “Tiburzio Pompilio Ettore” doveva cercare altrove gli sfoghi per le sue necessità naturali da maschio animale, infatti, negli ultimi tempi, per diverse notti si era allontanato da casa senza dare spiegazioni. I suoi comportamenti erano strani, spariva la sera poco dopo notte e tornava la mattina dopo, una volta addirittura due mattine dopo, si affacciava alla residenza diurna, mangiava, beveva e poi si sdraiava nella cassettina dove sembrava perdere ogni senso di vita. Certamente Viky ne soffriva, si ritrovava a giocare da sola, ad inventarsi agguati da sola, “quello tigrato” solitario non partecipava, e Viky si sentiva un pochino accantonata.

Oggi, dopo l’arrivo della grigia figura, si spiegano gli strani comportamenti di “Tiburzio Pompilio Ettore”, infatti, nei giorni dopo aver trascorso la nottata a zonzo, mentre sembrava serenamente avvolto tra le braccia di Morfeo, sereno e rilassato, avevamo provato a chiedere dove era stato tutta la notte, credetemi, l’interrogatorio non è mai stato cruento ed invasivo, ma lui, da gran figlio di buona donna, si alzava dalla cassettina, inscenava una tosse soffocante mista a starnuti e senza dare risposte si allontanava e si andava a nascondere nel giardino per non essere disturbato.

Strano comportamento, aveva sicuramente qualcosa da nascondere, ma cosa?

L’arrivo della grigia figura di questa mattina, con molte probabilità, è la risposta a tutto. Vuoi vedere che quella è la concubina con la quale se l’è spassata in quelle lunghe notti da playboy? E vuoi vedere che quella gatta ha fiutato le discendenze nobili di “Tiburzio Pompilio Ettore” ed è venuta a recriminare, giustamente, il riconoscimento della paternità e relativo mantenimento della prole?

Va beh, se il danno è fatto, la famiglia Accattoli/Morotti, di verosimili stirpe nobiliare, non si può tirare indietro dalle proprie responsabilità, se così fosse, dove mangiano tre gatti, mangeranno anche altri…….

Però qualcosa non sembra andare per il verso di una serena conciliazione ed assunzione di responsabilità, Viky, forse per amore o forse per gelosia, non sembrava accettare questa deduzione dei fatti e tanto meno la presenza a corte di una concubina gravida del frutto del peccato, il tradimento del suo amato “Tiburzio Pompilio Ettore”.

Detto questo, vista anche la titubanza di Viky nell’accettare quella soluzione, si vanno a cercare altre soluzioni. Mai, durante un’indagine focalizzarsi su un solo reo, su una sola presunta valutazione dei fatti, si deve sempre percorrere tutte le strade, non lasciare niente al caso e valutare tutte le possibilità, sia quelle a favore che quelle contrarie.

Certo la posizione di Viky poteva essere ombrata dall’amore per il suo “Tiburzio Pompilio Ettore”, ma era evidente che lei manifestava l’idea di non credere che la gravidanza inaspettata della gatta grigia fosse opera del suo amato, lanciando un’accusa chiara, è stato “quello tigrato”. E credetemi, non c’è cosa peggiore, di una gatta che cova rancore…

Eh già, chi ce lo dice che non sia così veramente? In fondo non sappiamo niente di lui, chi è, da dove viene, dove va durante il giorno, con chi trascorre la notte, era giusto accusare subito “Tiburzio Pompilio Ettore”, solo per quei colpetti di tosse evidentemente falsi, senza una prova, un riscontro, un valido elemento scientifico?

Qui purtroppo devo terminare il racconto, rimandando la soluzione del caso a quando saranno raccolte prove certe. Ovvero, l’indirizzo investigativo è orientato verso due soluzioni, quella più semplice, aspettiamo la nascita dei cuccioli di gatto per valutare il pigmento cromatico del manto, detto più semplicemente il colore del pelo, e qualora questo tipo di accertamento non rivelasse una certezza al di sopra di ogni ragionevole dubbio, si procederà con l’indagine tecnico scientifica del riconoscimento a mezzo del DNA.

la quarantena fa venire in mente strane idee, strani momenti per ammazzare il tempo, strani escamotages per impegnare il tempo, qualche volta creativi, qualche volta sciocchi, qualche volta utili, però non disperiamo, dicono che ce la faremo, e crediamoci, infatti ho sentito dire di qualcuno che ha presentato un’istanza al Magistrato di Sorveglianza per la messa in libertà dagli arresti domiciliari, questo sembra non sia possibile, però, per chi ha dimostrato che in questi primi 50 giorni si è comportato bene, ha rispettato le regole e non ha fatto cazzate, sembra sia  possibile avere dei permessi premio per buona condotta…….un abbraccio a tutti.”

 

Ringrazio per la collaborazione:

Editing a cura di Morotti Catia

Illustrazioni grafiche a cura di Accattoli Elisa (nickname Squiky)

 

 

 

 

 

 

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