Nel ‘400 la scultura in legno dipinto era un importante modello espressivo per tutti gli artisti. In particolare, il tema del corpo sofferente sulla croce era modellato e dipinto con un nuovo sentito naturalismo. Un esempio è il bel “Crocifisso” dei Moranzone nella Chiesa di Santa Maria di Castelnuovo. Oggi lo possiamo ammirare a fianco dell’altare allestito nell’ex cinema-teatro diventato chiesa provvisoria dopo che l’edificio religioso è stato chiuso nel 2016 a causa del sisma.
L’opera ha riacquistato la sua originaria percezione a seguito del restauro eseguito tra il 2010 e il 2011 dalla dr.ssa Anna Fulimeni, recanatese e titolare della ditta Restauro Opere d’Arte di Firenze, sotto la supervisione dell’allora funzionario della Soprintendenza ai Beni Artistici delle Marche Gabriele Barucca. L’operazione è stata possibile grazie al generoso sostegno del dr. Giuseppe Guzzini e della moglie prof.ssa Silvana Sabbatini che, con spirito di mecenatismo hanno permesso di restituire al suo splendore il Crocifisso, prova concreta dei rapporti artistici tra il Veneto e le Marche.
Ciò che rende straordinario questo Crocefisso è senza dubbio il suo volto…
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