Il calcio regionale, e non solo, sta vivendo un periodo d’attesa per capire se, e quando, si potrà ricominciare. Mentre in altri sport, come nel basket, si è già deciso di finire l’annata, il panorama calcistico continua a vivere di dubbi ed incertezze, in una situazione che, probabilmente, lascia pochi spazi a tante interpretazioni. Abbiamo chiacchierato con il presidente del Villa Musone Gianluca Camilletti, da 18 anni in carica, per chiedere cosa ne pensa dell’attuale situazione e se vede una soluzione in merito.
Ciao Gianluca, a tuo avviso pensi che la stagione sia finita?
“La situazione del Covid-19 sta influenzando le vite di tutti ed è una situazione drammatica quindi lo sport in questi momenti passa assolutamente in secondo piano. Io pertanto considero questa stagione conclusa, senza tanti giri di parole perchè al momento non possiamo ipotizzare la fine del virus e comunque non ci darebbe la possibilità di ricominciare subito, venendo a mancare i requisiti della salute di tutti i tesserati. In questi giorni leggo che i vertici nazionali della federazione si spingono a farci arrivare ben oltre il 30 giugno, scenario inaccettabile per il nostro movimento dilettantistico: certamente possibile e doveroso per i professionisti, ma inapplicabile per i nostri ragazzi, tecnici e dirigenti”.
Cosa ti attendi dalla Federazione?
“Ora quello che conta è la salute di tutti. Mi auguro che la Federazione prenda una decisione di buon senso, ovvio che ancora cercano di tenere accesa una fiammella di speranza ma, ripeto, a mio avviso non si può riprendere. Per l’ambito sportivo forse sarebbe il caso di bloccare tutto, una sorta di anno zero, e ripartire la prossima stagione. Certamente il pensiero va a quelle società che stavano per festeggiare la vittoria del proprio campionato e vedrebbero sfumare quello che hanno guadagnato sul campo, ma d’altronde davanti ad un evento straordinario nessuna scelta potrà mai accontentare tutti”.
Molti parlano delle conseguenze economiche del virus nel calcio, cosa ne pensi?
“Questa è un’emergenza sanitaria che produrrà una grossa crisi economica ed il nostro mondo non ne sarà esente. Penso alle aziende che lo sostengono e che avranno nel breve-medio periodo ben altre priorità: dovremmo velocemente adeguarci e trovare soluzioni”.
Le Istituzioni pensi debbano aiutare il movimento?
“Considerando l’aspetto sociale ed educativo del nostro movimento, credo che la Federazione debba prendere in considerazione l’idea di dedicargli finalmente risorse economiche. Ci aspettiamo per la prossima stagione l’azzeramento delle quote d’iscrizione a tutti i campionati e dei costi dei tesseramenti in particolare di quelli del settore giovanile: in questa modo direttamente si aiuterebbe anche le famiglie già provate da questa situazione”.
Qual è il tuo più grande dispiacere in questa fase?
“Mi dispiace che tanti ragazzini dei settori giovanili non potranno rivedere il campo, dove divertirsi, per ancora molto tempo. Questo sportivamente è il mio più grande rammarico”.

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