La torre Manacar è un grattacielo di 30 piani e 145 metri di altezza che svetta nel tessuto urbano di Città del Messico ed è situato nell’area meridionale della capitale, all’incrocio fra Avenida de Los Insurgentes e il Circuito Interior, l’anello più interno dell’autostrada. L’edificio, concepito con una doppia destinazione commerciale e residenziale, si sviluppa su una superficie complessiva di 180.000 mq ed è l’ultima opera del celebre architetto messicano, allievo di Le Corbusier, Teodoro González de León che nel corso della sua carriera ha sempre manifestato una grande sensibilità al tema dell’integrazione tra luce ed architettura.
Per la sua particolare conformazione geometrica, la torre risultava già molto evidente nella luce naturale del giorno, pertanto il progetto illuminotecnico, messo a punto dallo studio artec3 fondato da Maurici Ginés, si è posto l’obiettivo di conservarne la visibilità e mantenerne la corretta integrazione nel contesto urbano esistente, anche durante le ore notturne.
Attraverso un uso sapiente della luce artificiale, data dagli apparecchi iGuzzini, l’architetto e il lighting designer hanno scelto di non isolare l’edificio durante la notte – escludendo quindi l’uso di luce colorata che ne avrebbe eccessivamente accentuato la monumentalità e l’iconicità – e puntare invece sul dialogo con l’ambiente circostante. Per far sì che fosse la luce a disegnare la torre, si è optato per un’illuminazione dinamica delle facciate adatta a favorire un effetto di continuo mutamento. Guidati da un desiderio di perfetta integrazione degli apparecchi luminosi nell’architettura, la scelta di González de León e di artec3 è ricaduta su Trick, soluzione di