12 e 13 Febbraio sono stati i giorni della seconda edizione di un evento educativo organizzato e condiviso dal Centro Fonti San Lorenzo e dalla Scuola Secondaria I grado S. Vito di Recanati. Stefano Casulli, pedagogista ed educatore del Centro, espone qualche breve riflessione sull’esperienza.
“Da alcune settimane quando arrivo al Centro Fonti San Lorenzo mi capita di incrociare ragazzi per strada, o di essere fermato da ragazze nel campetto, che mi dicono cose tipo Viva la scuola attiva!, Quando la rifacciamo Attiva? o Perché Attiva non è durata una settimana?.
È una bella sensazione, non lo nego. Significa che ragazzi e ragazze che abbiamo incontrato la mattina a scuola hanno cominciato a frequentare gli spazi di Fonti nel pomeriggio. Significa che hanno capito il senso e il valore dell’esperimento didattico portato alla Scuola San Vito anche quest’anno. Significa che si son divertiti e son stati bene.
Sì, partire da qua. Divertirsi e stare bene sono elementi fondamentali che devono abitare ogni luogo educativo: possono essere l’effetto e la causa che alimenta la scuola, l’apprendimento, l’incontro con gli altri. E questo vale ancora di più in una scuola che viene costruita con un basso livello di autorità, un alto coinvolgimento degli studenti e delle studentesse, con un livello alto di corresponsabilità e di delega, di organizzazione e di libertà.
Attiva 2024 è andata davvero molto bene. La due giorni realizzata alla scuola media San Vito rappresenta un’opera innanzitutto di ingegneria pedagogica: ha un alto livello di organizzazione (degli spazi, dei tempi, dei cambi) che comporta un ripensamento strutturale della scuola e un’assegnazione diversa delle funzioni. I corsi sono tenuti da studenti (l’80% circa), docenti (10%) ed esterni (10%): si basa sull’idea che gli studenti e le studentesse si muovono negli spazi, hanno dei laboratori a cui si sono iscritti/e, ma che possono anche cambiare. È una struttura flessibile e modulabile che incentiva l’autorganizzazione e l’incontro, favorisce la cooperazione, accoglie i problemi perché riconosce negli errori un fattore trasformativo e un’occasione di evoluzione ed apprendimento. Capiterà quindi di dimenticarsi dei materiali, di incrociare responsabili assenti o dover ripensare degli ambienti per eccesso di iscrizioni. Capiterà di vedere persone imboscarsi in corsi non previsti (percentuale molto bassa, inferiore al 10%), ma difficilmente vede qualcuno/a non partecipare alle attività che ha volontariamente scelto. Riduce la dispersione, perché si basa sulla scelta e sulla mobilità volontaria. Assorbe bene le difficoltà.
I docenti si evolvono, diventando mediatori e figure di supporto e sostegno, sherpa in grado di accompagnare i/le referenti dei corsi nella gestione dei materiali, nell’organizzazione che precede il corso. Gli studenti e le studentesse si ritrovano in un ruolo diverso: un esempio concreto di come Attiva possa poi facilitare meglio l’empatizzazione, il rispetto del lavoro altrui, l’immedesimazione.
In questo contesto, educatrici e volontari del Centro Fonti San Lorenzo oltre a tenere viva e far funzionare l’infrastruttura che rende tutto questo possibile, si sono inseriti dentro le attività, creando rapporti e relazioni da riportare fuori.
Attiva 2024 è stata tante cose: la piazza di San Vito pedonalizzata per fare sport, le intelligenze multiple, il corso di Debate dei ragazzi con più iscritti del calcetto, le acconciature e le unghie nuove, i giochi da tavolo e le arti marziali, il pallone in strada e le torte del corso di cucina. Le imperfezioni, i tentativi, le nuove scoperte, il rumore sano di giovani che girano nei corridoi e raccontano.
Noi ci portiamo a casa questa “scuola speciale” di cui abbiamo fatto parte, la gratitudine per docenti, studenti, studentesse e personale della scuola che ci hanno supportato per renderlo possibile. E ci portiamo a casa ancora il sogno, pazzo, di una scuola che possa sempre più dialogare con la città e immaginarsi davvero attiva e cooperativa, laboratorio dove sperimentare vita, libertà, partecipazione.
Stefano Casulli