La lista civica “Recanati Insieme” ha recentemente sollevato critiche contro l’Amministrazione Pepa per l’aumento delle tariffe di utilizzo del Teatro Persiani. L’accusa? Penalizzare scuole di danza, associazioni culturali e istituti scolastici con costi più elevati rispetto alla gestione Bravi. Ma la vera domanda è: perché il Teatro Persiani dovrebbe essere un’eccezione rispetto a qualsiasi altro servizio pubblico?
Ogni servizio pubblico ha un costo. La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ad esempio, viene interamente coperta dalla tariffa pagata dai cittadini, senza pesare sulla fiscalità generale. Chi va al cinema paga un biglietto che il gestore ritiene adeguato non solo a coprire i costi, ma anche a generare un utile. Perché allora il teatro dovrebbe seguire una logica diversa?
Se l’Amministrazione Bravi ha scelto di coprire solo una parte dei costi del Teatro Persiani con le tariffe pagate dagli utenti, significa che il resto veniva finanziato con fondi pubblici, ossia con le tasse di tutti i cittadini, anche di chi il teatro non lo utilizza mai. La nuova giunta Pepa, invece, ha deciso di adeguare le tariffe ai costi reali di gestione, eliminando una distorsione economica che finiva per pesare su tutta la collettività. Dove sta l’ingiustizia?
La cultura deve essere accessibile, ma questo non significa che debba essere interamente finanziata con risorse pubbliche senza alcuna partecipazione da parte di chi ne beneficia direttamente. Se una scuola di danza affitta il teatro per uno spettacolo, chi deve pagare? Solo la collettività o anche la scuola stessa e il pubblico che assiste?
La logica dell’Amministrazione Pepa segue un principio equo: chi utilizza un servizio contribuisce in misura proporzionata ai costi che esso genera. La polemica sollevata da “Recanati Insieme” sembra ignorare questa semplice realtà, preferendo una gestione economicamente insostenibile e basata su contributi generalizzati che finiscono per pesare su tutti i cittadini, indipendentemente se utilizzano o meno il teatro.
Le nuove tariffe del Teatro Persiani non sono un attacco alla cultura, ma un adeguamento a principi di equità e sostenibilità economica. Se per i rifiuti vale la logica del costo coperto al 100% dagli utenti, perché il teatro dovrebbe essere diverso? La cultura va sostenuta, ma senza ricadere su chi non ne usufruisce.
Forse “Recanati Insieme” dovrebbe spiegare meglio il proprio modello di gestione: ritiene giusto che l’intera cittadinanza continui a finanziare un servizio che ha costi specifici e beneficiari diretti? Oppure, più semplicemente, sta facendo opposizione a prescindere, senza proporre alternative credibili?
1 commento
Rispondo io per tutti. A Recanati Insieme … JE BBRUCIA ANCORA IL CULO!
ed è passato quasi un anno!
ne restano ancora più di 4 di anni
Serviranno scatoloni di PASTA FISSAN!