Il Tribunale di Macerata ha emesso una sentenza innovativa in una causa contro Poste Italiane, intentata da un risparmiatore assistito dagli avvocati Marco Massei e Gabriele Pacini. La vicenda riguarda alcuni Buoni postali a termine sottoscritti negli anni 2000, i quali non riportavano né la data di scadenza né gli interessi maturati.
Secondo un decreto ministeriale, Poste avrebbe dovuto consegnare ai sottoscrittori un documento informativo (F.I.A.), ma in molti casi questo non è stato fatto o non esiste prova della consegna. Di conseguenza, molti risparmiatori, soprattutto anziani, hanno conservato i Buoni per anni, credendo che maturassero interessi, salvo poi scoprire che erano prescritti e perdere sia il capitale che gli interessi.
La sentenza si basa su una sanzione dell’Antitrust (Agcm) del 2022 contro Poste Italiane per pratiche commerciali scorrette nella gestione dei Buoni postali. Tra il 2020 e il 2021 sono stati prescritti 367.000 Buoni, per un valore di 404 milioni di euro. La questione solleva dubbi: si è trattato di una dimenticanza collettiva dei risparmiatori o di un sistema troppo complesso che ha indotto in errore migliaia di cittadini?