MONTELUPONE – Il sindaco di Montelupone e ex primario, Rolando Pecora, è stato condannato dal tribunale di Macerata a 8 mesi di reclusione con l’accusa di truffa nei confronti dell’ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale). Secondo l’accusa, tra il 5 ottobre 2015 e il 27 dicembre 2016, Pecora avrebbe ottenuto un ingiusto profitto di 15.000 euro, facendo risultare la sua presenza negli ospedali di Recanati e Civitanova, quando in realtà non era al lavoro.

 

Il giudice, Francesca Preziosi, ha inoltre disposto una provvisionale di 5.000 euro a favore dell’ASUR, che si era costituita parte civile nel processo. Nonostante la richiesta del pubblico ministero di condannarlo a un anno di reclusione, la pena finale è stata di 8 mesi.

 

Pecora ha sempre respinto le accuse, sostenendo che, durante il suo periodo da primario, non era tenuto a rispettare orari fissi, ma a raggiungere determinati obiettivi, che afferma di aver sempre portato a termine con successo. La sua difesa sottolinea che la sua attività di sindaco non ha mai interferito con il suo lavoro da medico, poiché, secondo i suoi legali, Pecora arrivava al reparto alle 7 del mattino, lavorava fino alle 11 o mezzogiorno, e poi si recava in Comune, avvisando il reparto di chiamarlo in caso di emergenze.

 

La difesa ribadisce che il comportamento di Pecora era pienamente trasparente e che le sue azioni erano ben note, senza alterazioni di orari o falsificazione delle presenze. Gli avvocati di Pecora, Paolo Rossi e Gianfranco Borgani, hanno dichiarato di essere certi della sua estraneità ai fatti e hanno annunciato l’intenzione di fare appello contro la sentenza, una volta letta la motivazione. Pecora è stato infatti descritto come un professionista che ha saputo conciliare il suo incarico da medico con quello di sindaco, senza arrecare danno al reparto in cui lavorava.

 

Il giudice ha dichiarato che impiegherà 90 giorni per pubblicare le motivazioni della sentenza.

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5 commenti

  1. Ma quale “presunta” truffa! Se il giudice lo ha condannato, vuol dire che ha riconosciuto che la truffa c’è stata. Adesso, come consueto, il difensore presenterà l’appello. Tutto normale. Non prendiamoci in giro.

  2. Un truffatore condannato in sede penale e civile non può amministrare neanche un condomino.
    I cittadini onesti non meritano questa umiliazione di un sindaco truffatore.
    Se ancora esiste una morale, Pecora UDC/sinistra e co-parroco, deve chiedere scusa e andarsene.

  3. Andiamo bene, un primario e primo cittadino che si comporta come un impiegato statale qualsiasi. Poi per fatti risalenti a nove anni fa, la sentenza non poteva essere emessa prima? Che delusione.

    • Luca Falzetti on

      Mandiamo tutto in cavalleria! Alla faccia della giustizia e del diritto dei cittadini di essere tutelati nei beni comuni. E poi cos’è questo dileggio dell'”impiegato statale qualsiasi”? Non serve vantarsi di essere “primario e primo cittadino” per pretendere un trattamento diverso e privilegiato davanti alla legge! Basta favoritismi di casta!

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