LETTERA APERTA AL DIRETTORE DI RADIO ERRE DI GIOACCHINO DI MARTINO

Caro Direttore permettimi di condividere con te alcune riflessioni suggeritemi dalla lettura dell’intero intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia di apertura della 50^ edizione della Settimana Sociale dei Cattolici in Italia. Certo probabilmente l’argomento non troverà molti lettori in quanto, erroneamente, in tanti lo riterranno al di fuori tra quelli che sono gli interessi che incidono sul loro vivere quotidiano archiviandolo come un esercizio di filosofia cui si dedicano i politici quando vogliono eludere i veri problemi che si trova ad affrontare il cittadino medio.

Io penso invece che, anche se molto spesso da parte dei politici locali e nazionali c’è questa maledettissima e perniciosa abitudine a buttare il pallone furi dal campo per ostacolare l’avversario, nel caso di specie la colpa della cattiva presentazione del discorso sia responsabilità primaria della stampa. Stampa che ha voluto cercare (in quella che io definisco una “lectio magistralis” sulla DEMOCRAZIA e sul contributo che i cattolici hanno dato e danno perché non vi possano più essere “analfabeti di democrazia”) solo quei contenuti che potessero suonare come dissenso o, peggio ancora, reprimende nei confronti dell’operato di un esecutivo e della sua maggioranza.

Accreditare l’immagine di un Presidente che interviene a gamba tesa per bacchettare un Governo, rinunciando a quel ruolo di terzietà che in oltre nove anni di esercizio del mandato ha svolto con puntigliosa continuità, senza invece mettere in risalto l’orizzonte molto più vasto nel quale si colloca l’intera locuzione, significa essere volutamente miopi ed entrare in modo ingannevole nella competizione tra maggioranza e minoranza. La deontologia professionale, giustamente, non lo consente. E non lo consente nella misura in cui la libera stampa viene riconosciuta come indicatore di democrazia esistente in quel Paese. Democrazia che, come magistralmente descritto dal Presidente Mattarella, è solo un VALORE o è anche un METODO? Ecco, caro Direttore, non voglio cadere nell’errore prima denunciato per cui mi fermo qui non senza però aver ripreso tre passaggi presidenziali che credo possano avere una chiave di lettura anche locale.

“Una democrazia “della maggioranza” sarebbe, per definizione, una insanabile contraddizione, per la confusione tra strumenti di governo e tutela della effettiva condizione di diritti e di libertà.”

“Se non si cede alla ossessiva proclamazione di quel che contrappone, della rivalsa, della delegittimazione”.

“Per definizione, democrazia è esercizio dal basso, legato alla vita di comunità, perché democrazia è camminare insieme”.

Cordialmente.

Gioacchino Di Martino

Porto Recanati 5 luglio 2024

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2 commenti

  1. Condivido a pieno, forse di Mattarella in giro ne sono rimasti pochi, mentre i detrattori della democrazia purtroppo sono in aumento

  2. a mio giudizio un criterio metodologico,la maggioranza,indispensabile affinchè ogni questione si concluda con una decisione operativa che contenga l’orientamento dei più, ha finito per diventare qualche cosa di diverso andata molto oltre l’esigenza metodologica,per il motivo della scarsa disponibilità al dialogo aperto,privo di pregiudiziali,elemento fondamentale per la democrazia,con la preferenza per il dogma,frutto della presunzione dell’uomo.

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