Nota stampa Alessandro Corvatta – Candidato Lista Partito Democratico Recanati 

Giorgio Gaber cantava che la libertà è partecipazione. E io, noi, vogliamo continuare ad essere liberi.

In questa campagna elettorale per le prossime amministrative recanatesi si sta verificando una situazione piuttosto disarmante. Succede che un candidato sindaco si rifiuta e dichiara di non voler partecipare a nessun confronto pubblico con i suoi avversari. Ne ha già disertati due ed altri ne verranno ancora.

Una scelta che non solo mi stupisce, ma trovo anche  allarmante di per sé.  A preoccuparmi ancora di più però è la narrativa che si sta creando nel dibattito pubblico tra i cittadini e le cittadine recanatesi intorno a questa posizione. Nei social sto leggendo tantissimi commenti di persone che si schierano davvero a favore della scelta di non confrontarsi, di non dialogare, di non dibattere pubblicamente.

“Non serve a nulla”; “È una perdita di tempo”; “Bisogna essere all’altezza per meritarsi un confronto” – questo è quello che si dice e si legge nella mia Città.

La motivazione ufficiale presentata dal candidato in questione per declinare gli inviti ai confronti pubblici sarebbe che “ha altre priorità”, che si “sta impegnando nell’incontrare i quartieri e parlare con le persone”. Gli altri candidati a sindaco cosa si crede che stiano facendo? Si crede che se ne stiano immobili?

Antonio Bravi ha organizzato oltre dieci colazioni con il Sindaco nelle diverse frazioni del territorio e altre ce ne saranno fino a coprirlo tutto, per ritrovarsi con la cittadinanza;  incontrato per due volte tutti i quartieri di Recanati; ricevuto tutte le associazioni, le consulte, i circoli, le cooperative della nostra Città, le aziende, le eccellenze del nostro territorio. Eppure è riuscito a trovare il tempo per fare due confronti pubblici con l’altro candidato e ne troverà per tutti gli altri che verranno. Tutto questo  non dimenticando che Antonio Bravi continua a svolgere la funzione di SINDACO.

In questi cinque anni non è mai mancata la sua presenza nel territorio e chi vive, ha vissuto e frequenta davvero Recanati, non solamente da aprile a giugno ogni cinque anni, lo sa.

Posso arrivare a comprendere i candidati al consiglio comunale della coalizione che prendono posizione a difesa del rifiuto al dibattito, ma non riesco proprio ad accettare che per un cittadino o una cittadina diventi normale e giusto rifiutare ogni forma di confronto con contradditorio. Non va bene, non va bene accettare e normalizzare il non confronto.

C’è un grande riempirsi la bocca di parole come condivisione, dialogo, partecipazione, tanto da farle diventare punti di programma elettorale. Mi sembra, però, che nessuna di queste tre parole venga applicata. Anzi, vengono applicate ma solamente finché fa comodo. Finché non c’è qualcuno che potrebbe non pensarla come te.

Queste tre parole sono la BASE della nostra società DEMOCRATICA, della nostra Città, del nostro Paese.Non possiamo accettare che diventi normale tutto questo, non ce lo possiamo permettere, non possiamo.

E infine mi chiedo: quando chi avrà potere un giorno cambierà idea rispetto alla vostra, che cosa si farà? Quando chi avrà potere avrà gli strumenti per non avere più bisogno della vostra voce, come ci si comporterà? Quando chi avrà potere sarà legittimato a non doversi confrontare e dialogare con voi, che cosa succederà?

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21 commenti

  1. M. Marconi on

    Bravo. Io però me chiedo come mai non è stata fatta una dichiarazione anche dai vertici del partito. Non è strano che la fai te che sei un ragazzino e non la fa la segreteria del partito? Qualcuno con anni di politica sulle spalle e visibilità? Soccio, Marinelli, Simoni. Questa è una cosa seria mica una buca tappata male.

    • ma bravo che? una scritto da un soggeto incapace manco di intendere i livelli base della politica,dei politici, e dei ruoli amministrativi a livello locale.
      state fornendo informazioni facendo passare l’equazione se vince Pepa allora regime autoritario (intraleggi fascismo).
      ma quanto guano avete in testa. e voi PIDDINI con sti ragazzi sareste i portatori di fiducia e nuova lettura dei ruoli? voi? o il democratico fiordomo?
      se un candidato non vuole confrontarsi con gli altri saranno affari suoi. senza scomodare valori democratici che non avete mai avuto, se non in campagna elettorale. o si è come voi, o si è contro di voi, non esiste da parte vostra in verità il confronto, al di là della contngenza elettorale.

      • Astenersi da un confronto in democrazia è una cosa aberrante. Sia che si voti pd, sia che si voti lega. E’ attraverso il dialogo e il dibattito che si comprende la forza delle idee, si trovano punti di accordo o di disaccordo, ci si migliora. Chi non capisce questo ha già perso in partenza. Il cittadino ha diritto a questo confronto, in tutti i paesi civili si fa così punto.

      • Soggetto incapace di intendere, guano in testa. Se questo è il suo modo di commentare, complimenti per l’educazione.

      • Elegantissimo anonimo delle 13.13. Un candidato sindaco è un candidato per la città. Deve rispondere a tutta la città, non solo ai suoi fedelissimi. Tutta la città, tranne la parte a lui affezionata, chiede il confronto. Lui ci deve questo confronto altrimenti posso pensare che se sarà eletto sarà il sindaco solo di chi l’ha votato. Sicuramente se arriva al ballottaggio il voto mio non glielo do se prima non lo sento parlare in pubblico ad un confronto con gli altri due. È più chiaro così?

        • distintissimo delle 1135 non ci arrivate. siete i soliti venditori di democrazia andata a male. ma come si suole fare si rimpacchetta e si rimette sugli scaffali pronta di nuovo alla vendita.
          nessuno vi deve proprio nulla. non ci sono normative o imposizioni a riguardo.
          le occasioni per sentire Emanuele ci sono e ci sono state e ci saranno. è qui invece che il candidato può essere sentito con maggiore profondità ed eventualmente sollecitato a maggiori approfondimenti.
          ma questa è una mia idea che non tento di imporre a nessuno. mentre basta legger il suo commento per percepire un livore ed un astio che dovrebbero stare lontano da una competizione politica locale. ma anche qui, idea mia e se così non è me ne scuso

    • M. Marconi non hai capito ancora che a chi comanda nel Pd fa comodo non stuzzicare troppo la destra? Dopo ce deve fa l’accordo!!! Ah ah ah ah quanto rido
      Voi ancora ce sperate che il pd sia veramente a sinistra, illusi. Ma se 5 anni fa abbiamo dovuto sottoscrivere tutti un appello perché questi non si pronunciavano al ballottaggio e facevano anda’ su a Simonacci anziché a Bravi che sto giro invece portano in giro come una statua di un santo della processio’ (tanto è già imbalsamato de suo non c’è se fa manco più caso) Ridere fate ridere ridere ridere ridere. Ma fatevi un esame di coscienza, vergogna.

  2. “E infine mi chiedo: quando chi avrà potere un giorno cambierà idea rispetto alla vostra, che cosa si farà? Quando chi avrà potere avrà gli strumenti per non avere più bisogno della vostra voce, come ci si comporterà?” Sicuramente non come Bravi che praticamente non riceve MAI.

  3. Yuri Paoletti on

    Ritengo che in politica il confronto sia fondamentale, senza dubbio. Tuttavia, sono convinto che Pepa non abbia bisogno di dimostrare il suo impegno nel dialogo, poiché ogni giorno interagisce con i suoi futuri elettori e non esita a confrontarsi con qualsiasi cittadino. D’altronde, tutti lo conosciamo come un eccellente imprenditore, capace di gestire con successo un’azienda. Oltre a questo, ha una solida esperienza sia in ambito politico sia associativo. Pepa è una persona con un curriculum di tutto rispetto e una storia personale significativa, che non sembra assolutamente attaccato alla politica o alle poltrone, contrariamente ad altri.
    Tutte queste caratteristiche lo rendono un vincente. Pertanto, il confronto politico sembra essere più utile a chi si sente in difficoltà piuttosto che a lui. Per Pepa, il confronto è un’opportunità di crescita personale e professionale, ma non una necessità urgente. Di solito, chi cerca il confronto a tutti i costi lo fa per motivi di visibilità o perché si sente in una posizione di svantaggio. Pepa, invece, non ha bisogno di ricorrere a queste strategie per dimostrare il suo valore e la sua competenza.

    • E no, mi permetta: ogni cittadino ha il diritto di ascoltare i 3 candidati confrontarsi e esprimersi riguardo le stesse tematiche. Io vado ad ascoltare il candidato che penso possa rappresentarmi di più, ma poi ascoltandoli tutti e tre insieme posso farmi una nuova idea, cambiare prospettiva, aprire anche una porta nel caso di un ballottaggio a chi più mi aggrada. E questo lo posso fare solo se li ascolto tutti e 3 insieme, dialogare, confrontarsi, dibattere, rispondere alla provocazione l’uno dell’altro. Questa di Pepa sa proprio di fuga, di come quando da ragazzini ci si nascondeva dietro il compagno davanti per non essere chiamati alla lavagna, o quando si trovavano giustificazioni improponibili tipo ieri so’ stata tutto il giorno con mamma in ospedale. Di solito si usavano queste evidenti strategie da bardasci quando si era in difetto, nel mio caso quando non avevo studiato o quando i compiti li avevo copiati… e dai su.. è evidente!! Poi quando dovrà parlare per la nostra città davanti al resto di Italia o anche solo in consiglio comunale che facciamo? Facciamo ridere i polli?

      • lei signora Maria è in evidente malafede come tutti quelli che si attaccano alla necessità del confronto per vedere come i partecipanti menino fendenti e come risponde l’altro, tipo battaglia di galli. invece giustamente Emauele Pepa preferisce concentrare le energie nel chiarire daventi a molte persone cosa vorrà fare e con che mezzi. chi sancisce che i cittadini hanno diritto di ascoltare che si confrontano? vada agli incontri, si informi. e se ha qualche quesito intervenga.

        ma alla fine di tutto speriamo che si sia sfogata dando voce al livore e acredine che ormai caratterizza chi non voterà Pepa comunque.

        avanti Emanuele, che gli argomenti contro di te erano già pochi e deboli, e in rapido esaurimento.

        • Signor Mario, il diritto dei cittadini ad ascoltare una tribuna elettorale credo sia ormai dato, fortunatamente, per scontato. Che rischi di diventare una guerra tra galli lo dice lei, non io. Io mi aspetto che si dia la possibilità a l’uno di rispondere alle accuse dell’altro, per fare chiarezza. Non ci dovrebbe essere bisogno di insultare nessuno. Il mio non è livore ma passione democratica, voglia di conoscere e capire. Altrimenti siamo tutti buoni a raccontarci le favole da soli, senza controparte si può dire tutto e il contrario di tutto. In politica è cosa nota. E questo vale da destra a sinistra passando per il centro. Sono più chiara ora?

    • E io che pensavo che non partecipasse ai dibattiti pubblici perché non sa parlare… è proprio vero che a Recanati siamo malfidati…………….a pensare male si fa peccato ma molto spesso ci si prende, diceva uno.

      • Yuri Paoletti on

        Capisco il tuo punto di vista e apprezzo il proverbio citato, ma permettimi di offrirti una prospettiva diversa, con un tocco di sarcasmo. Ah, pensavi che non partecipasse ai dibattiti pubblici perché non sa parlare? Interessante teoria. Forse, però, dovremmo considerare che non tutti sentono l’irrefrenabile bisogno di esibirsi a ogni occasione. Magari, a differenza di altri, preferisce lavorare dietro le quinte, dove si ottengono i risultati veri, anziché dedicarsi a discorsi prolissi che spesso non portano a nulla di concreto. E poi, diciamocelo, a Recanati essere malfidati è quasi un’arte. Ma attenzione: diffidare di qualcuno senza conoscerne le vere motivazioni è un po’ come giudicare un libro dalla copertina. Forse non partecipa ai dibattiti non perché non sa parlare, ma perché ha cose più importanti da fare. Magari pensa che le sue azioni parlino più forte delle parole – e questo, a dire il vero, è un concetto che sfugge a molti.
        Ah, il caro vecchio “a pensare male si fa peccato ma molto spesso ci si prende”. Certo, a volte è vero, ma pensare male a priori è un modo sicuro per perdere di vista la realtà e giudicare ingiustamente. Insomma, è come dire che chiunque non ami i riflettori ha qualcosa da nascondere. Forse, invece, è semplicemente una persona che non ha bisogno di mettersi in mostra per sentirsi valida.In fin dei conti, è facile puntare il dito e fare congetture. Ma forse sarebbe più produttivo osservare i fatti e i risultati, piuttosto che trarre conclusioni affrettate basate su semplici apparenze. Dopo tutto, chi dice che il valore di una persona si misura dalla quantità di parole che pronuncia in pubblico?

        • La motivazione “Avere altro di più importante da fare” è veramente catastrofica. cioè, fammi capire, in democrazia tu avresti altro di più importante da fare che dare la possibilità a me, elettore, di sentire un dibattito tra candidati? Ma siete folli o cos’altro?! Non s’è mai sentito in nessun paese che si definisca civile e democratico!!! Ce lo vedo proprio il popolo americano a tacere quando Trump dirà a Biden “non vengo perché ho cose più importanti da fare” 🤣🤣🤣 mi dispiace ma proprio ogni scusa che tirate fuori è illogica e per me non trova giustificazione. GLI ELETTORI HANNO IL DIRITTO DI ASCOLTARE UN DIBATTITO TRA CANDIDATI. E i candidati hanno il dovere etico e morale di farlo. È l’unico modo che abbiamo per ascoltare le versioni della stessa storia con i protagonisti al centro. Più chiaro di così si muore!!!

  4. o sei o ce fai, parli di dialogo e difendi un sindaco che tiene chiuse le porte del palazzo dove un cittadino per entrare deve suonare il campanello, ma fammi il piacere…………….di levarti di torno

  5. Lo hanno incastrato. A lui il compito di fare la figura dell’ allocco.
    Giorgio Gaber a uno così lo avrebbe preso a male parole.

  6. maria delle cinque stelle se vuoi sentire pepa basta che segua uno dei suoi numerosi incontri che ha fatto e sta facendo con la cittadinanza in ogni rione, ma siccome tu sai solo rompere i c…………., ti accanisci contro

    • Rispondere in questo modo denota solo una mancanza di argomentazioni. Forse è per questo che non vi piacciono i dibattiti

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