Si chiuderanno domenica, con l’arrivo della befana, definitivamente le porte del presepe meccatronico-olfattivo del Maestro Leandro Messi, un’opera d’arte allestita nei locali comunali di via Passero Solitario, un tempo officina del fabbro comunale. Dai primi giorni di apertura, avvenuta alla vigilia di Natale, ha fatto registrare una notevole affluenza con una attesa, per entrare, anche di oltre un’ora e mezza.

Questa sarà l’ultima edizione di questa particolare attrattiva recanatese perché, come ha annunciato lo stesso Messi, sui social, dal prossimo anno il Natale lo passerà in famiglia a giocare con il suo bambino senza sobbarcarsi il gravoso onere prima di allestire le diverse scene del presepe e poi di tenerlo aperto per tutto il periodo delle feste. “Con Natale alle porte vi annuncio – ha scritto – una mia decisione assolutamente sofferta, ma doverosa: il 2023 sarà l’ultimo anno del Presepio Recanati aperto al pubblico. Gli impegni di famiglia e lavoro non mi permettono più di seguire il tutto come ho sempre fatto dal 2009 in poi”.

Un impegno, in effetti, impossibile da garantire ancora tutto da solo, fra lavoro e famiglia tenendo conto che è interamente realizzato a mano dall’artista recanatese e da più di dieci anni, da quando lo espose per la prima volta nella chiesa di san Vito, lo ha sempre arricchito di qualche novità. Per quest’anno l’opera si è arricchita ancora: dai vendemmiatori all’apicoltore, ai bambini sull’albero della cuccagna al pescatore che fuma la pipa, il frantoio con l’asino in movimento e il temporale che fa rovesciare l’ombrello ad una donna. Non manca neanche il poeta recanatese, Giacomo Leopardi, che bussa alla porta di una casa.

Insomma un piccolo gioiello in miniatura di una Betlemme del tempo con la cura di ogni pur piccolo dettaglio dove migliaia di personaggi si muovono in sincronia perfettamente con i cambi di scenografie, le luci, gli effetti speciali, la pioggia e la neve, e gli odori, da quello del pane al vino, grazie alla collaborazione del Maestro Malleus.

Un gioiello destinato a perdersi nella memoria delle tante cose che la città non ha più: basterebbe solo un po’ più di collaborazione, qualche mano in più per l’allestimento e per garantire l’apertura al pubblico che arriva numeroso anche da altre parti dell’Italia proprio per ammirarlo.

Forse a far ripensare a questa decisone dolorosa basterebbe che l’amministrazione comunale venisse incontro al maestro presepaio assicurando una maggiore collaborazione per il prossimo anno stringendo magari accordi con scuole o associazioni di volontariato. Perdere una attrazione artistica come la rappresentazione della natività di Messi ormai famosa oltre i confini regionali sarebbe una ferita pesante per la città.

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