L’unione fa la forza, si dice, è così la cooperativa umbra “Sistema Museo” che a Recanati dal 2017 gestisce il circuito museale cittadino, ha deciso di operare un riassetto organizzativo della società e di ricercare possibili partner “per una maggiore economicità degli assest gestionali”.

Così da oggi, primo gennaio, la cooperativa Sistema Museo non esiste più dopo che è stata incorporata dalla cooperativa “Orologio” di Pontassieve in provincia di Firenze. Una classica operazione di fusione per incorporazione fra due realtà che operano nel campo delle cooperative a mutualità prevalente con lo scopo di offrire servizi integrati.

Sistema Museo aveva avuto l’affidamento nel 2017, attraverso un Project Financing, della gestione di tutti i musei cittadini di Recanati. L’appalto prevedeva una durata di 9 anni, del valore complessivo di 1.548.000 oltre IVA a cui negli anni a seguire si sono aggiunti altre attività, dal Museo della Musica alla gestione della Torre Civica all’ex Grottino, che ha fatto da una parte lievitare i costi per il Comune, ma dall’altra ha incrementato l’offerta turistica cittadina.

L’incorporazione della cooperativa perugina con Orologio è stata una scelta dettata – come si legge nell’atto di fusione – dalla “riduzione dei ricavi derivanti dalla vendita di biglietti di ingresso e aggiuntivi” determinata dalla pandemia del Covid 19 che ha imposto la chiusura per lunghi periodi delle strutture museali e dei luoghi di cultura. Da qui la scelta della fusione con la cooperativa toscana “che dispone di mezzi e capitale adeguati”.

Che cosa accadrà ora? Non ci dovrebbero essere particolari sconvolgimenti nella organizzazione e gestione dei musei cittadini anche se si nutrono preoccupazioni per il personale attualmente in servizio.

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3 commenti

  1. Ennesima ‘perla’ nella lunga collana delle scempiaggini dell’attuale amministrazione. Invce di favorire, magari anche promuovendole, realtà locali, ci si consegna – legati mani e piedi – a una società toscana,il tutto per motivazioni a dir poco sconclusionate. Che gli effetti – ancorché oggettivamente nefasti – della pandemia abbiano imposto la fusione dopo oltre un anno dalla cessazione dell’emergenza sanitaria e in costanza di una vigorosa ripresa del flusso turistico nonché dell’ampliamento dell’offerta, è una storiella alla quale non crederebbe neppure un bambino dell’asilo. Attendiamo curiosi di conoscere il pensiero in proposito di sindaco e assessora ‘competente’ …

  2. sandro urbani on

    Questa la forma, guardiamo alla sostanza credo che un gestione peggiore di Villa Colloredo è difficile immaginarla ; sono pronto a chiarire questa mia affermazione, l’assessora ne è già al corrente .
    in più l’utilizzo della legislazione cooperativa per pagare poco il personale con il compito di gestire un museo (personale che deve essere qualificato) è a dir poco scandaloso

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