A Napoli, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Osimo, unitamente ai colleghi della Compagnia di Napoli Centro, hanno tratto in arresto un trentenne campano, dando, così, esecuzione a ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Livorno, scaturisce dalle indagini condotte dal citato Nucleo, le cui risultanze sono state pienamente condivise dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale labronico.

L’articolata attività d’indagine ha consentito di acquisire, a carico del giovane, già noto alle Forze dell’Ordine, robusti indizi di colpevolezza in ordine a ben sette episodi di truffa, tentati o consumati, in danno di persone anziane.

Le indagini hanno preso le mosse da un tentativo di truffa perpetrato, a giugno, in danno di un’anziana signora nel centro storico di Osimo.

Partendo da questo episodio, i Carabinieri, lavorando in sinergia con i colleghi delle Stazioni di volta in volta interessate dai singoli eventi, sono riusciti a ricondurre al giovane altri sei episodi con un modus operandi simile, perpetrati nello stesso giorno ad Ancona e, nel successivo mese di luglio, a Pisa, Reggio Calabria, Gioia Tauro (RC) e Livorno.

Proprio per quest’ultimo e più grave reato si è ritenuto che la competenza territoriale per tutti gli episodi di truffa, legati da vincolo di continuazione, fosse proprio del Tribunale di Livorno.

Risalta dalle operazioni dei carabinieri di Osimo, l’incessante sforzo e impegno che l’Arma pone in essere al fine di tutelare le fasce più fragili della popolazione, troppo spesso vittime di condotte odiose oltre che truffaldine agli occhi della pubblica opinione.

Proprio a tal riguardo, le indagini hanno documentato un modus operandi in cui vi sono elementi comuni a tutte le truffe cd. del falso avvocato o falso appartenente alle forze dell’ordine; infatti sono sempre precedute dalla telefonata da un numero anonimo, con cui la vittima veniva avvisata di un incidente o un arresto che avrebbe coinvolto un parente della persona offesa, episodi, in realtà mai avvenuti. L’anonimo interlocutore, estremamente credibile e persuasivo, ingenerava nella malcapitata donna uno stato di estrema agitazione, per poi tranquillizzarla dicendo che, dopo poco, sarebbe passato un sedicente avvocato o maresciallo dei carabinieri a prendere i soldi necessari a risolvere il problema.

Era proprio questo il ruolo ricoperto dall’odierno arrestato, che, in tutti gli episodi scoperti, andava a casa della vittima a prelevare i contanti o i gioielli, da solo o insieme a un complice. Con artifici e raggiri e con la capacità di carpire la fiducia delle donne, quasi sempre molto anziane e fragili, e per tale motivo, evidentemente scelte per la loro minore capacità di difesa, in taluni casi è riuscito a farsi consegnare anche la tessera bancomat e il relativo codice, per poi effettuare prelievi, anche di importi considerevoli, dai conti correnti delle malcapitate.

Il Giudice per le Indagini Preliminari, nell’ordinanza applicativa della misura cautelare, ha sottolineato l’elevata capacità criminale dell’arrestato, figura itinerante, inserita in una compagine criminale che certamente coinvolge più soggetti e che agisce con professionalità e sistematicità nelle truffe seriali in danno di persone spesso fragili e indifese.

Le indagini continueranno nel tentativo di dare un nome ai complici e di restituire le somme indebitamente sottratte alle vittime, mentre l’arrestato è stato ristretto in carcere a Napoli “Poggioreale”.

Si dà atto, come di consueto, che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.

Prendendo spunto dalle dinamiche disvelate dalle indagini, i carabinieri richiamano ancora l’attenzione della cittadinanza affinché, qualora ricevessero chiamate da persone sconosciute in cui ricevono avviso di incidenti stradali e/o altri tipi di eventi inusuali appena accaduti a parenti stretti, segnalino immediatamente attraverso il numero di emergenza 112 NUE o informando la Stazione carabinieri competente sul territorio.

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