Recanati questa mattina ha ospitato la cerimonia provinciale del 25 aprile. Tanti i cittadini, le organizzazioni sindacali, combattenti, partiti politici e gonfaloni dei vari comuni della Provincia che si sono dati appuntamenti in via primo Luglio dove nel luglio del 1944 avanguardie polacche e inglesi, insieme al Corpo Italiano di Liberazione, entrano in città di fatto decretandone la sua Liberazione. Da lì, preceduto dalla banda cittadina, il corteo, a cui era presente anche Parcaroli nella sua qualità di sindaco di Macerata e Presidente della Provincia, si è recato in piazza Leopardi dove dal palco il sindaco Bravi ha dato il via alla cerimonia.

Ecco quanto scrive Bravi: “Oggi ricorre il 78esimo della Liberazione dal nazifascismo e abbiamo avuto il piacere di ospitare nella nostra Citta la celebrazione provinciale. Il 25 aprile di quel 1945 segna un giornata che ha cambiato il corso della storia del nostro paese; a meno che non si pensi che la dittatura che quel giorno vedeva finalmente la sua fine e che aveva contraddistinto il ventennio precedente fosse qualcosa di buono per la vita di tutti i cittadini e le cittadine, non si può non festeggiare. Noi siamo fermamente convinti che si debba festeggiare come si sottolineano festeggiando i traguardi raggiunti nella vita di una persona o di un popolo, che segnano la possibilità di andare oltre e di migliorare le proprie condizioni, che per tale motivo si vogliono ricordare perché non vadano persi gli insegnamenti che ne sono derivati. Festeggiamo il 25 aprile perché dobbiamo tenere viva la memoria ed essere continuamente vigili nel cogliere i segnali che possono far pensare a un ritorno a un regime dittatoriale che vogliamo venga archiviato per sempre. Dobbiamo tenere viva la memoria che fa apprezzare la differenza nella conduzione democratica della vita politica, sebbene con le imperfezioni che ancor oggi talvolta la nostra democrazia manifesta, che tutela le libertà fondamentali: la Libertà personale, la Libertà di domicilio, la Libertà e segretezza della corrispondenza, la Libertà di circolazione e soggiorno, la Libertà di riunione, la Libertà di associazione, la Libertà di religione, la Libertà di manifestazione del pensiero, solo per citare le più salienti. Facciamo persino fatica a pensare a luoghi del mondo dove queste libertà non siano possibili, basti pensare alla libertà di circolazione e di soggiorno, molto spesso sotto la lente d’ingrandimento proprio ai nostri giorni. Festeggiare il 25 aprile significa anche ricordare la Costituzione, che, con le sue radici antifasciste garantisce il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, ossia di quelle norme giuridiche basilari che fanno direttamente capo all’essere umano e che coinvolgono tutte le principali esternazioni della sua personalità, appena elencate. Festeggiare il 25 aprile significa essere consapevoli che la nostra democrazia, così come la possiamo attualmente apprezzare, è un dono che abbiamo ricevuto e di cui dobbiamo essere grate e grati, ma che è costata vite e sacrifici alle generazioni dei nostri padri e madri, nonne e nonni, cresciuti sotto l’abominio di due guerre mondiali e di una dittatura. Per questo la nostra democrazia richiede attenzione e cura, sia per la gratitudine che dobbiamo a chi ce l’ha permessa, sia per potersi ancor più consolidare con il nostro contributo. Per questi motivi, auguriamo a tutte e tutti un Buon 25 aprile oggi e per gli anni futuri. Viva l’Italia Libera e Democratica”.

Ha preso, quindi, la parola Juri Meda, presidente dell’Istituto Storico di Macerata: “Liberazione è la parola di oggi: se la libertà è uno stato, la liberazione è un processo avvenuto in un paese spaccato grazie al coraggio con il quale molti uomini e donne decisero di ribellarsi ai valori e agli ideali ai quali pure erano stati educati e di sacrificare la propria vita per quelli di libertà e di democrazia che di lì a poco sarebbero stati posti alla base della Costituzione Italiana. Il 25 aprile, ha concluso Meda, è la festa delle Istituzioni democratiche, la festa del Paese democratico, la festa per ognuno di noi.”

Il richiamo al valore e ai principi della Costituzione e il ricordo di tutti coloro che fecero una scelta di civiltà e di non indifferenza, pagandola a volte con la propria vita, è stato, infine, alla base del discorso degli altri due oratori, Gabriele Cardinali a nome delle organizzazioni sindacali e Francesco Rocchetti, presidente del Comitato Provinciale Anpi Macerata.

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