Riceviamo da Rosalba Ubaldi del Cdu di Porto Recanati il comunicato che di seguito pubblichiamo.

Nell’ultimo Consiglio Comunale, il vicesindaco ha affermato a proposito del Documento Unico di Programmazione, che coerentemente con il programma elettorale della maggioranza, il turismo si va progressivamente posizionando verso una destagionalizzazione che significa diluire in un periodo più lungo di tempo, rispetto al classico periodo estivo, le presenze turistiche anche, eventualmente, aumentabili. “Meno turisti concentrati, un turismo meno invasivo e meno pervasivo per la città”, secondo l’Amministrazione, permetterà un sollievo per i concittadini e anche per i turisti che potranno usufruire di un collegamento maggiore con il territorio intorno, iniziative enogastronomiche e valorizzazione delle bellezze artistiche.
Il Vicesindaco, forse perché non proprio legato alla nostra città in quanto originario di Loreto e residente a Recanati non sa che collegamenti con quelle realtà sono stati perseguiti da sempre con il risultato che, da sempre i turisti sono tali perché pernottano nelle nostre strutture e diventano visitatori quando si recano nelle realtà a noi vicine ma di certo non avviene l’inverso neanche per effetto delle collaborazioni messe in campo recentemente. E forse non sa che in un periodo di tre o quattro mesi i nostri commercianti ed operatori turistici concretizzano un intero anno di attività e che sarebbero costretti ad affrontare, per lo stesso risultato economico, spese di gestione e di personale raddoppiate. Non si comprende se l’obiettivo dell’amministrazione è quello di “punire” i commercianti e le attività ricettive rei di concentrare i loro guadagni nella stagione estiva sottraendo posti auto e confusione ai residenti. Le parole dell’assessore al turismo danno corpo alle voci e timori che abbiamo raccolto tra i commercianti circa una chiusura del Corso anche il sabato oltre la domenica. Una ipotesi più volte ventilata da alcuni importanti membri della maggioranza che ci auguriamo non venga perseguita senza un coinvolgimento reale dei commercianti che, da quanto ci risulta, non vengono incontrati ed ascoltati da oltre un anno e, soprattutto, senza nuovi progetti di parcheggi o piani del traffico. Evidentemente, se ne parlano, lo fanno – come nel loro stile – nel segreto delle stanze o solo con qualche fedelissimo, per poi far trovare tutti gli altri di fronte alla decisione già presa che potrebbe rivelarsi la più semplice ma di certo non la più funzionale.

 

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2 commenti

  1. Ario Roncitelli on

    Signora, credo che sia necessario un aggiornamento, rapido e profondo, dei suoi riferimenti socioeconomici. Quello che lei chiama “turismo” e che restringe al triangolo Porto Recanati- Loreto-Recanati è cosa che non sta né in cielo né in terra. A Porto Recanati il turismo è strettamente stagionale perchè basato esclusivamente sulla vacanza balneare, tanto per il vacanziere di fuori regione, quanto per il pendolare delle località vicine. Alternative non esistono, se non nelle illusioni di qualcuno che probabilmente oggi non riesce a sostenere la riduzione dei guadagni, causa l’aumento dei costi (salvo per chi affitta, magari “in nero”, le seconde case). Quanto a Loreto e Recanati, lì il turismo è strettamente e consapevolmente “mordi e fuggi”, come dicono da sempre i veri esperti del settore; per la verità funziona tutto l’anno, ma pensare che chi va in visita alla casa di Leopardi per esempio di questa stagione, poi venga a Porto Recanati a fare non si sa bene cosa, è un po’… audace.
    La chimerica “destagionalizzazione” ha necessità di iniziative concrete, articolate, non estemporanee e nostalgiche e di strutture alberghiere degne di questo nome perchè all’altezza della ipotetica clientela. Il resto è solo chiacchiere. Anche se “sbarcano” in un consiglio comunale.
    Porto Recanati vive di turismo balneare. Se ne convinca e, piuttosto, faccia in maniera che il decoro cittadino sia sempre al primo posto e per tutto l’anno. Non che ci si “ripulisce” per quando arriva la festa e poi niente!

    • Commento che denota, a dir poco, notevole arretratezza. Senza scomodare realtà straniere (v. Spagna e Portogallo) è sufficiente dare un’occhiata alla riviera romagnola, Rimini e Riccione in primis, per capire che sin dagli anni ’80 era ben possibile, anche in periodi non prettamente estivi, catturare l’interesse dei turisti e, comunque, dei non residenti.
      Mi rendo conto, comunque, che certi concetti sono decisamente duri da digerire per chi abita in una città dove si è dovuto attendere addirittura il terzo millennio per vedere consentiti sia l’ampliamento dei due chioschi di gelateria siti sulla pubblica piazza sia l’attività di ristorazione negli chalet sul lungomare (il fatto che quest’ultimi chiudano da settembre a maggio, poi, è un ulteriore segnale di scarsa attenzione alle moderne esigenze ed opportunità turistiche)

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