In particolare, dalla preliminare analisi dei profili social riconducibili alle suddette attività commerciali, nonché dallo screening dei principali siti di vendita online, le Fiamme Gialle hanno individuato le suddette gioiellerie che, a fronte della pubblicizzazione sul web della vendita di orologi “di secondo polso” in oro, non sono risultate al contempo iscritte presso il Registro degli operatori compro oro, tenuto e gestito dall’Organismo degli Agenti e dei Mediatori (O.A.M.), istituito con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 92 del 2017.
Il succitato provvedimento normativo, diretto a regolamentare il commercio di oro attraverso un sistema di prevenzione finalizzato a garantire una puntuale identificazione della clientela e una compiuta tracciabilità delle operazioni riguardanti l’acquisto e la cessione di monili usati, ha infatti inteso consentire esclusivamente agli esercenti iscritti nel predetto registro l’effettuazione delle “operazioni compro oro”, ossia le operazioni di compravendita ovvero di permuta di oggetti usati contenenti metalli preziosi (oro, argento, palladio e platino).
Sulla base degli elementi di rischio così individuati, i militari della Compagnia di Civitanova Marche hanno dato esecuzione a due attività ispettive, che hanno consentito di individuare, esposti in vetrina, in un caso, un orologio in oro usato con il marchio Rolex, e, nell’altro caso, 5 orologi in oro usati (3 con il marchio Rolex, 1 con il marchio Longines e 1 con il marchio Omega).
Attesa la mancata iscrizione presso il Registro O.A.M. dei due esercizi commerciali sottoposti a controllo, rilevata attraverso la consultazione del citato portale, è stato così accertato l’esercizio abusivo dell’attività di “compro oro” da parte dei legali rappresentanti dei medesimi, i quali, pertanto, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata: rischiano la multa fino a 10.000 Euro e la reclusione fino a 4 anni.
Gli orologi, dal valore complessivo di oltre 50.000 Euro, sono stati sottoposti a sequestro probatorio.
L’operazione svolta si inquadra nella più ampia azione di prevenzione e contrasto al riciclaggio svolta dal Corpo, basata su una strategia nazionale che consente di concentrare le risorse verso i soggetti e i fenomeni più a rischio: le attività ispettive antiriciclaggio postulano una mirata selezione dei soggetti attraverso un approccio basato sul rischio di vulnerabilità all’immissione di patrimoni illeciti nell’economia legale.