Pubblichiamo i dati relativi al questionario di gradimento che abbiamo sottoposto al corpo docente. In linea di massima ricalcano quanto letto in quello rivolto alle famiglie.

Come annunciato alcuni mesi fa in occasione della pubblicazione dei dati ricavati dal questionario di gradimento della mensa scolastica invitato alle famiglie, analoga iniziativa è stata rivolta al corpo docente. Questo è servito non solo ad integrare e corroborare i risultati precedentemente ottenuti ma anche come utile operazione di confronto e verifica.

Le risposte (76) dei docenti in linea di massima confermano il giudizio sufficiente del servizio (53,3% lo ritiene sufficiente, il 30,07% buono ed il 16% insufficiente. Per i genitori il servizio è sufficiente nella percentuale del 40,2). È bene sottolineare, a scanso di equivoci, che la mensa scolastica – per lo meno è l’idea che questa Commissione ha del servizio di refezione – dovrebbe ricevere feedback molto più entusiasmanti piuttosto che scoraggianti sufficienze.

Diversamente dai genitori, abbiamo chiesto se nel cambio di gestore avessero riscontrato differenze ma per la metà di loro la qualità è rimasta pressoché identica (42,9% uguale, 20% non sa. È peggiorata per il 22,9%).

Un dato che ci interessa molto e fa riflettere è quello legato al cibo consumato dall’utenza: il responso dei docenti peggiora quello dei genitori perché il 73% sostiene che i bambini mangiano metà del pasto mentre sono solamente per il 13,5% lo terminano interamente. Come abbiamo già evidenziato, le ragioni di questo rifiuto sono essenzialmente due e cioè piatti non appaganti ed ingessati in un menù sul quale risulta impossibile intervenire in maniera rigorosa ed una scarsa educazione alimentare di base. È chiaro che un rifiuto così massiccio genera un eguale spreco di cibo che si scontra con gli sforzi messi in campo dalle Istituzioni preposte per contrastare lo spreco alimentare.

Secondo gli intervistati, motivo di questo rigetto sono: ricette poco appetibili (34 risposte), non vengono monitorati gli scarti e sostituiti i cibi non graditi (31 risposte), porzioni ridotte e qualità degli ingredienti non sufficiente (entrambi 20 risposte).

Molto interessante il giudizio sull’ambiente della mensa perché per il 70,7% è considerato rumoroso. Il rumore per i bambini è fonte di stress ed influisce pesantemente sull’attenzione anche a tavola (I livelli sonori rilevati nelle mense si aggirano mediamente intorno agli 85dB(A) con casi intorno ai 100 dB(A), l’equivalente cioè di ambienti industriali rumorosi. È auspicabile, qui, un diverso atteggiamento dei docenti verso una maggiore attenzione ed impegno a rendere i refettori più accoglienti.

Riguardo al menù il 52% lo considera adeguato mentre il 30,7% ritiene indispensabile apportare delle migliorie. Come i genitori anche i docenti credono nella bontà e necessità di aumentare il consumo di prodotti biologici ma registriamo anche la disinformazione sull’origine degli alimenti che giornalmente vengono serviti (il 56,9% ignora se sono presenti prodotti biologici). Invitiamo pertanto l’Amministrazione Comunale, in accordo con la Serenissima, a pensare ad una campagna informativa mirata volta ad informare famiglie e personale scolastico su ciò che viene somministrato a bambini ed insegnanti.

Chiude il questionario un dato tutt’altro che piacevole: il 25,4% dei docenti si dichiara indisponibile a frequentare (a sostegno delle loro funzioni educative) incontri di educazione alimentare. A corredo del questionario ci sono 30 segnalazioni (sempre anonime) accurate e dettagliate che sottoponiamo all’Amministrazione affinché si prenda coscienza della situazione evidentemente da migliorare.

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11 commenti

  1. è un’indagine molto utile perchè le cause possono essere tante e vanno oltre la sfera della mensa scolastica.
    Per tale motivo sarebbe veramente opportuno approfondire il fenomeno per inquadrare problemi politici di portata generale.

  2. Pifferaio odontotecnico on

    È preoccupante l’omertà e l’ anonimato dei docenti, di cosa e chi hanno paura essendo protagonisti e presenti all’educazione e formazione dei bambini? Si va avanti ancora con i pizzini,le mezze confessioni ,le denunce come i serial killer che ritagliano lettere dai quotidiani per poi assemblarle e spedirle fuori dal comune di residenza per non essere rintracciati? Davvero Recanati è come la Sicilia di Leonardo Sciascia nel 2023 che non si può dare un parere /consiglio per paura di “ritorsioni”?

    • Signor Pifferaio odontotecnico, nome certamente reale e non anonimo come quello dei docenti legati a pizzini e a mezze confessioni che lei descrive in modo così dettagliato, volevo farle presente che il questionario è arrivato tramite modulo Google in forma anonima, così impostato senza possibilità di essere modificato. Non certamente in forma anonima per paura o per nasconderci dietro un dito vista la nostra fondamentale mission educativa. Invece di accusare un’intera categoria costituita da persone sulla base di supposizioni, dovrebbe prima informarsi. E, magari, specificare il proprio nome e cognome per assumersi delle responsabilità.

      • Pifferaio odontotecnico on

        Carissima Sara la differenza sta tutta in questo ed è semplicissima.io PIFFERAIO ODONTOTECNICO non sono partecipe e non sono implicato nella formazione diretta della generazione futura italiana,perciò mi firmo con un alias.nel momento in cui ho un problema alla mia persona o alla società stretta alla quale appartengo mostro le mie lamentele anche in faccia alle personalità responsabili identificandomi e mostrandomi senza remora.e’ una questione di caxximma ,o la si ha o non la si ha.i docenti anonimi si comportano come dei kapò.

      • La vostra “mission educativa” è così “fondamentale” per il corpo docente che ben 1/4 di esso (il 25,4%) “si dichiara indisponibile a frequentare (a sostegno delle loro funzioni educative) incontri di educazione alimentare” … come stupirsi se poi i bambini, che già patiscono i deleteri effetti dell’ignoranza e dell’egoistico pressappochismo genitoriale, non acquisiscono alcuna consapevolezza e nessun beneficio in campo nutrizionale dall’ambiente scolastico? Come diceva il Principe de Curtis … “mission educativa”? Ma mi faccia il piacere!!!

  3. Il cibo non consumato dove finisce? Danno economico e ambientale. Cosa ne dice l’assessore Moretti? Benissimo la raccolta di cibo non consumato dopo le feste ma il cibo non consumato delle mense finisce nei cassonetti dell’umido….non è neanche molto educativo.

    • Perchè scusi lei darebbe in pasto il cibo non consumato dei giorni prima avariato con conseguenze per la salute di chiunque lo mangia?
      Lo trova molto educativo, esemplare questo suo modo di essere?

      • Il cibo avanzato non scodellato nei piatti può essere riciclato secondo precise norme di legge e trovo questo utilizzo molto educativo. Quello invece lasciato nei piatti non andrebbe comunque gettato nei contenitori stradali dell’umido ma portato direttamente in compostiere lontane dai centri abitati dove favorisce lo sviluppo di cattivi odori e la proliferazione di animali nocivi. Anche questa è una questione di civiltà e tutela ambientale.

        • Quali precise norme di legge?
          Io mi baso sulle norme medico scientifiche pertanto i cibi dei giorni precedenti non lo do in pasto neanche al mio cane.
          A proposito di cattivi odori e la proliferazione di animali nocivi, se c’intende il riprodursi di vermi e larve, bèh allora consideri che l’unione europea che sicuramente per lei è sacra, vuol portare vermi e larve sulle nostre tavole per l’alto contenuto di nutrienti.

  4. In paesi dove l’educazione ambientale e alimentare è più avanzata che non da noi i bambini vengono invitati a portarsi da casa un contenitore per alimenti vuoto e pulito e a riporvi il cibo scodellato nel loro piatto e non consumato per mangiarlo poi in un secondo tempo magari a casa ricordando loro che al mondo c’è chi non ha cibo sufficiente per vivere e che buttare cibo è un doppio danno, energia e materie prime per produrlo e inquinamento se non consumato e scorrettamentw smaltito.

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